La scrittrice di fiabe Sofia Rutback Ericsson per la prima volta in Italia a Roma



a cura di Roby Guerra


*presentazione a Roma, il 4 Ottobre 2019, ore 17.00 (Libreria Elledici, via Marsala 44, 00185 Roma) per Fratello Angelo (Armando Editore, 2019):Modera la giornalista radiofonica Laura De Luca. Traduce Francesca Cavallo Sarà presente l'autrice.

Intervista

D-COME CI SI SENTE A VIAGGIARE IN ITALIA IN OTTOBRE?
R - Il libro è naturalmente speciale perché mi ricorda nostro figlio Alfie, morto nel maggio 2016. Naturalmente sono ricordi tristi ma anche la felicità di averlo avuto, anche solo per poco tempo. In un certo senso mi piace lavorare con il libro Fratello Angelo, perché mi sento più vicina ad Alfie. Spero davvero di aiutare anche altre famiglie che hanno perso un figlio. Penso che se hai un libro da leggere, è più facile parlare della tristezza e della perdita. Voglio anche mostrare ai bambini che va bene giocare e usare la loro immaginazione. In un certo senso, penso che il libro possa essere visto proprio come scrivi: "ogni bambino ha un fratello angelo", come se tutti noi potessimo trovare forza in posti diversi. Alcuni hanno la religione, alcuni hanno perso quelli che danno loro forza e altri hanno amici e familiari nella loro vita che li aiutano a superare la giornata.Mi piace lavorare con il Fratello Angelo perché mi fa sentire più vicino ad Alfie e mi aiuta a fare qualcosa della sua memoria. Sono anche molto entusiasta di vedere Roma per la prima volta, e spero davvero di poter incontrare altre persone interessate al mio libro e all'argomento speciale. Forse farà sì che qualche altra famiglia che ha perso qualcuno si senta meno sola.

D-"Fratello Angelo", il libro, è una fiaba profondamente psicologica, la fantasia - regno del bambino - il cui mondo ti è privilegiato - come scrittrice di letteratura per ragazzi, ha il potere di generare - per così dire - una vera e propria memoria vivente?
R - Sì, direi sicuramente che l'immaginazione dei bambini è stata una grande influenza per me. In realtà è stato mio figlio, che all'epoca aveva 3 anni, a darmi l'idea del libro. Aveva recentemente perso suo fratello Alfie e ha fatto finta di andare in cielo e fargli visita. Sognava... anche che suo fratello angelo era qui con noi e che era un supereroe. Credo che, come scrittore, non si dovrebbe avere paura di scrivere di tristezza, perdita, dolore, dolore, immaginazione e giochi su una persona perduta. Dovremmo lasciare che i bambini siano bambini, lasciarli usare la loro immaginazione e processare la perdita nel modo in cui la vogliono. I ricordi di persone che abbiamo perso potrebbero essere usati come forza. Sono davvero felice che abbiamo avuto Alfie, anche se mi sarebbe piaciuto tenerlo per sempre. A volte penso che se riesco a sopravvivere senza di lui, posso fare qualsiasi cosa!

Recensione del libro:

Fratello Angelo è proprio il Bambino segreto che è in noi o ritrovato, non solo il proprio Bambino – Impero.. Interiore, la personificazione – come accennato- dell'infanzia sempre nova che rinasce ogni generazione e in questo caso soprattutto anche l'azione sublime personale che almeno nell'immaginario conferisce, per quanto possibile, almeno il mistero del senso per una tragedia punto di non ritorno personale.
La cifra "poetica" di scrittura dell'autrice, Sofia Rutback Ericsson è alta e azzurra, molte sfumature di azzurro secondo i canoni – come accennato- della parola nordica (anche di quella cinematografica di un Bergman o di un autore come Peter Hoeg:un azzurro anche simile ai ghiacci luminosi del Polo Nord, così freddo così caldo, il Sole stesso è una Stella Polare in penombra illuminata.
Nello stesso tempo è una parola innocente, non meccanica ridondante, il sublime della parola sonora di bimbi di 1- 3 anni quando imparano il mistero del linguaggio, vero e proprio concerto musicale d'infanzia irregistrabile.
La fiaba è anche eminentemente psicologica, una sfida alla morte: chissà, chi ha detto che non esiste qualche universo parallelo dove i bambini rinascono e anche le fiabe da Andersen a Perrault a ...Astrid Lindgren, e quindi tutti quanti, in quanto in ogni caso tutti "atterrano" nel nostro pianeta come bambini e bambine?
Questo libro deve essere stato terribile riuscire a scriverlo: è importante non solo per l'autrice anche solo per la dinamica. (Fratello Angelo è un bellissimo bambino, geniale, per sempre).

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