La bomba su cui siede l'Occidente stupido e decadente. La Fratellanza Musulmana ovvero un pericolo sottovalutato.



Da: Pierluigi Casalino  
Il divampare della crisi libica porta inevitabilmente ad una riflessione urgente e drammatica, su cui tardivamente ci si sofferma. Quando l'Egitto di Nasser affrontò con decisione, stroncandola, la minaccia dei Fratelli Musulmani, il fenomeno non era ancora così esteso da suscitare allarme, anche se il tentativo di reislamizzazione dell'Islam aveva cominciato da tempo a prendere forma,subdolamente, di fronte alla modernizzazione e rinascita di quelle società. Nasser non fu capito dall'Occidente. Furono dei fanatici appartenenti all'ala più estrema della Fratellanza Musulmana ad assassinare in seguito il suo successore Sadat, campione dell'apertura ad Israele. Il non aver capito Nasser fu un grave errore di calcolo nella politica mediorientale dell'Occidente, nonostante che autorevoli studiosi, come l'arabista italiano Francesco Gabrieli(che mi onoro di aver conosciuto) già intuissero il rischio di un riavvitarsi dell'Arabismo postcoloniale, anche come conseguenza della Guerra Fredda.Tornando alla reislamizzazione dell'Islam, si trattava di un movimento che partiva da lontano, che persino i sultani ottomani, lungimiranti, avevano cercato di controllare e debellare, contrariamente a quanto, in genere e superficialmente, si pensi. In Occidente si data, infatti, non correttamente, l'avvio della fase secolare turca solo più tardi, con l'arrivo al potere di Kemal Ataturk. Il nazionalismo islamico di Erdogan, bigotto ed autoritario, apparirebbe una bestemmia anche ai sultani. La stessa eresia wahhabita, cioè, saudita,  invece,  percorre una via speciale di integralismo, che vede, però, nella fratellanza musulmana un grave attacco rivoluzionario alle istituzioni tradizionali e monarchicoassolutistiche, al pari dell'altra grande eresia islamica, lo sciismo, nemico storico dei sauditi e che, comunque, si inserisce prevalentemente nel contrasto arabi-non arabi. Come tale, l'Arabia Saudita non tollera l'ampliarsi di questa visione alternativa alla fede ultraortodossa sunnita (ancorché venata di salafismo), ma politicamente flessibile, del regime che governa i Luoghi Santi dell'Islam e che, dietro i binomi affari-sicurezza e trono-altare, rappresenta un pilastro dell'alleanza indiscussa tra Occidente ed Arabismo fin dagli anni precedenti la seconda guerra mondiale. Oggi, tuttavia, il montare di un islamismo dal volto suadente, ma dai caratteri puntigliosamente missionari ed intolleranti ed apparentemente demo-musulmani, si sta progressivamente facendo strada, inserendosi nelle coscienze dei musulmani. Non è che i sauditi non abbiano svolto la loro parte di fautori di integralismo al riguardo, ma essi hanno, praticamente, sempre agito con una politica del doppio binario, integralista a casa loro, gaudente lontano da essa. La Fratellanza Musulmana, dal canto suo, comincia, con il suo rigorismo morale a tutto tondo, a minare, sottilmente, alla base lo spirito democratico dell'Occidente, mirando a convertirlo in una visione "innaturalmente" dispotica. La rivalità strategica tra le potenze sunnite non oscura, in realtà, la vera ragione di un contrasto che attraversa le congregazioni ed associazioni islamiche internazionali, cioè tra un sunnismo detto di destra e un sunnismo, se non proprio di sinistra, almeno impegnato con ostinato zelo settario e propagandistico e, proprio per questo motivo, molto più minaccioso. In tale contesto confuso cresce e si consolida la mala pianta della Fratellanza Musulmana. Un partito che vuole un Islam confessionale per il mondo intero e quindi non soltanto per i musulmani. Un elemento devastante  per la civiltà del nostro tempo, in forza del suo proposito di adottare la legge coranica erga omnes in senso rigorosamente letterale. Una follia che si fa strada attraverso le rovine delle crisi internazionali che il mondo libero stupidamente e deliberatamente accende. Non è, quindi, l'lsis che preoccupa, ma il serpente velenoso e strisciante della reislamizzazione dell'Islam, che punta a conquistare, magari anche con il voto, posti di comando in seno alle democrazie, svuotandole e riprogrammandone i costumi, secondo un astuto gioco a scacchi. Una bomba ad orologeria su cui siede l'Occidente stupido e decadente. Il dialogo con l'Islam ufficiale, se pur irto di difficoltà, ma necessario, non basterà, purtroppo, a frenare il virus islamista. Anche l'Islam ufficiale prende coscienza,talora ambiguamente, di una congiuntura dalle spaventose prospettive per la pacifica e ordinata convivenza di quei musulmani, in maggioranza, che vivono e respirano anch'essi la rivoluzione culturale globale e ai quali da decenni si suggerisce di adottare comportamenti antistorici. E quasi ad ascoltare le sirene del fanatismo dei cattivi maestri. Se Papa Leone Magno fermò Attila sul Mincio, con la forza della persuasione e della ragione, ci si augura che il campanello d'allarme del cardinale Sarah sia squillato in tempo. Il contemporaneo  tentativo di Papa Francesco di toccare i cuori dei musulmani va certamente nella giusta direzione, e non è  per nulla in contrasto con le raccomandazioni del porporato africano. Il Pontefice si muove, nello stesso solco, se pur con diverso intento, tra il richiamo al superamento dell'odio e l'invito pastorale  a riscoprire le comuni radici abramitiche delle religioni del Libro, abbandonando le guerre di religione. Ed è certo compito della Chiesa percorrere questa via maestra dell'incontro. Ma è, al contrario, specifico compito degli Stati moderni, democratici e fondati  sul pluralismo, la laicità dei principi e l'autorevolezza politica, vigilare e fissare i limiti di tolleranza oltre i quali non andare, impedendo così, con ogni mezzo, che una parte non prevalga mai sul tutto. E non aprire le porte alla barbarie. 
Casalino Pierluigi.










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