Il futuro del risparmio gestito tra sostenibilità e cibo



Da: Newsletter Financecommunity.it  


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Newsletter N° 189 de l 03 aprile 2019

Il futuro del risparmio gestito tra sostenibilità e cib


Di laura morelli
 
Il futuro dell'industria del risparmio gestito è al centro del dibattito pubblico in questi giorni, come accade ogni anno in occasione del Salone del Risparmio. Rispetto al 2018, le sfide che il settore si trova ad affrontare sembrano essere più chiare, benché lo scenario sia in continua evoluzione.

Ci sono le incertezze sui mercati, l'emotività dei risparmiatori-clienti da gestire, la complessità regolamentare (Mifid2, Pir ecc). Con la tecnologia che irrompe in modo sempre più dirompente nel settore spingendo gli addetti ai lavori a un adattamento forzato in tempi rapidi.

Fra nuovi prodotti e riorganizzazioni, sono due i trend che sembrano caratterizzare in modo significativo le scelte complessive dell'industria.

Il primo è quello della sostenibilità, ed è ormai consolidato a più livelli nel mondo della finanza. Si investe e si ragiona sulle conseguenze che quell'investimento può avere. Che siano solo slogan? Di certo il tema c'è e a sollevarlo sono sempre più spesso i possessori di quelle ingenti risorse investite. Non è solo una questione etica ma di visione a lungo termine del business, lo spiega bene nell'intervista sull'ultimo numero di MAG Nino Tronchetti Provera che con la sua Ambienta ha fatto della sostenibilità il fil rouge dei suoi investimenti (Clicca qui per leggere l'articolo).

Il secondo trend, forse ancor più importante, riguarda la commistione di interessi in senso positivo con il mondo investment banking. Anche in questo caso, la tendenza è ormai avviata e sarà interessante vedere cosa ne uscirà fuori. Sempre più banche stanno lavorando per sfruttare al meglio le sinergie interne tra il cib e il private banking/asset management (e tutti sappiamo che non è sempre stato così). Sinergie che esistono sia nell'afflusso di risorse che un settore, il cib, può procurare all'altro e sia, in senso contrario, negli investimenti che i gestori possono fare in aziende e private equity. Si tratta di una svolta significativa, quasi epocale, in un paese in cui c'è tanto risparmio privato e tante aziende non quotate in cerca di risorse. Ci sono voluti tassi bassi e una crisi economica per iniziare a far dialogare i due mondi, ma tant'è.

Per il mondo del risparmio l'obiettivo dovrebbe essere cercare di tirare fuori il massimo dall'attuale, complicato, quadro finanziario. E ciò è possibile soltanto giocando d'anticipo, interpretando i segnali e cercando di non fossilizzarsi sui vecchi sistemi. Queste, probabilmente, sono le vere sfide che il settore dovrà mettere in conto. 

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