di R. Guerra
On line per Asino Rosso eBook, "Un altro mondo-universo- è possibile" del sociologo Bruno V. Turra, analisi con sguardi e pensieri diversi, controculturale sul divenire delle società contemporanee informatiche.
Turra da anni collabora con alcune testate (a Ferrara, Ferrara Italia) e come sociologo in diverse sonde e aziende della comunicazione, ad esempio a sua cura il sito blog Valutazione.net Ha già pubblicato alcuni saggi in Futurologia della Vita Quotidiana, Autori Vari (Asino Rosso eBook, 2017) e in AA.VV. Futurist Renaissance (Hiperion edizioni, 2018, Principato di Monaco). Prossimamente in AA.VV., Transumanesimo della Vita Quotidiana (Sovera edizioni, Roma.)
"Più che un libro organicamente strutturato, una collezione di articoli dai quali emerge qualcosa di ancora incompiuto, qualcosa che sta prendendo forma, che si sviluppa facendo e che prende a volte vie imprevedibili e francamente impreviste. L'idea è che dagli spunti sparsi il lettore possa trarre delle conclusioni personali, immaginare ipotesi, magari modificare la sua percezione di quel che sta succedendo" (Bruno Turra)
D- Bruno, studi e ricerche sul futuro anche .. presente, sono tantissimi e da decenni: la tecnoscienza elettronica e la ricerca scientifica, anche spaziale, avanzano senza stop, ma le società posmoderne, vedi crisi dal 2008, sembrano a un bivio storico; gira e rigira il problema è essenzailmente politico, troppe scimmie al potere e pochi umanisti scienziati?
A mio avviso siamo nel bel mezzo di una rivoluzione che sta cambiando e cambierà profondamente il mondo e il nostro modo di vivere; l'ennesima rivoluzione che si situa all'interno di quel processo distruttivo e creativo che così profondamente riguarda la dinamica profonda del capitalismo occidentale diventato globale. Oggi più che mai esso è diventato l'ordinatore culturale più potente, con la sua pretesa di trasformare tutti in consumatori, in soggetti che solo attraverso il consumo raggiungono la loro felicità. Il questo processo la tecno-scienza riveste un ruolo assolutamente rilevante poiché, nel bene e nel male, da forma ai mondi fisici e simbolici all'interno dei quali viviamo. D'altro canto le forme predatorie ed archetipiche del capitalismo impattano a livello globale con realtà che non possiedono gli anticorpi che sono venuti a crearsi in occidente in secoli di lotte e contrapposizioni: si scontrano con forme-stato debolissime, con pseudo-democrazie e pseudo stati di diritto, con stati sociali inesistenti, dove popolazioni in vertiginoso aumento demografico sono abbandonate a loro stesse in ambienti radicalmente deturpati. In questa situazione è probabile che, per sempre più persone, quelle più sagge ed aperte forse, la sfida diventerà quella di trovare strategie coerenti per vivere in modo autentico all'interno di nuovi ambienti in costante cambiamento caratterizzati dalla presenza di sistemi tecnologici dagli effetti sociali assolutamente imprevedibili. Di fronte a questi cambiamenti obbligatori è lecito e ragionevole aspettarsi dai più reazioni volente di rifiuto, fughe massicce nel nichilismo, arroccamenti di stampo religioso ed integralista, attese di stampo messianico nei presunti poteri della razionalità scientifica, ritorno massiccio al tribalismo e alle forme clan, sviluppi anarcoidi e richieste di forme totalitarie forti in contrapposizione al caos. Si tratta di reazioni lecite con cui la politica deve confrontarsi a meno che non si riduca alla mera difesa dei diritti dei singoli consumatori-uomini dando per scontato che al resto penseranno gli automatismi sacralizzati del mercato, la tecno-scienza e gli algoritmi della nascente intelligenza artificiale.
D- Bruno Turra, più nello specifico, automazione, robotica e AI, macchine rivoluzionarie per l'umanità attuale e futura , ma l'umanità è pronta a volare sul seri o nel futuro?
Dire umanità significa in qualche modo fare un indebita astrazione. Oggi alcuni sono forse pronti o, meglio, si sentono tali, perché hanno confidenza con le tecnologie e le loro implicazioni e fondano o credono di fondare il loro argomentare su solide basi scientifiche; resta inteso però che queste solide basi sono cosa ben diversa dalla vulgata sulla scienza che trapela dai media con tutte le narrazioni contrapposte che emergono con dolorosa evidenza in scelte quali la vaccinazione obbligatoria, la procreazione assistita e il fine vita, l'adozione di cure non convenzionali etc. In ogni caso bisogna fare i conti seriamente con le ricadute sociali dei grandi sistemi tecnologici tenuto conto delle enormi differenze economiche, politiche, culturali, etniche dei popoli e degli stati sui quali esse impattano drammaticamente in modo molto diversificati e spesso imprevedibili.
D- Bruno, i Mass Media in un futuro evoluto, saranno solo un punto di vista tra tanti?
Ormai tutti sappiamo che gli algoritmi del web sono in grado di decodificare le nostre aspettative e i nostri bisogni analizzando le modalità con cui interagiamo e consultiamo la rete; sappiamo anche che ci offrono una sorta di rappresentazione della realtà, una bolla ritagliata sui nostri interessi e - diciamolo - sui nostri pregiudizi e le nostre preferenze. Non solo: sappiamo che è tecnicamente possibile (ed è stato fatto più volte) che l'informazione venga costruita ad hoc ed utilizzata per scopi specifici in barba a qualsiasi verità "oggettiva"; non si tratta delle ridicolaggini delle fake news ma di strategie manipolatore su scala planetaria pensate e portate avanti da attori globali estremamente potenti per giustificare e d indurre l'opinione pubblica a sostenere azioni geopolitiche e strategiche di grande portata. Darei ormai per scontato che l'intero sistema dell'informazione, di tutti i media social compresi, non ha più lo scopo di rappresentare la realtà (ammesso che mai l'abbia avuto) ma quello di costruire e rappresentare una realtà in funzione degli specifici obiettivi di qualche soggetto pagante che intende influenzare un pubblico. L'importante è saperlo e garantire ai diversi punti di vista diritto di esistenza in modo che possa emergere una rappresentazione quanto più possibile complessa. Oggi un rischio è che il dominio del pensiero politicamente corretto impedisca il proliferare di certe narrazioni e di certe considerazioni senza le quali verrebbe a mancare la possibilità del confronto e di argomentazione tra tesi avverse che resta la base della democrazia.
Il paradosso positivo, a mio avviso, è che l'impossibilità di trovare riferimenti immediati certi nel mare delle informazioni potrà portare per le singole persone ad un ribaltamento dello sguardo: dall'esterno (ovvero dal mondo "li fuori" da manipolare e dominare) al l'interno (ovvero al "qui dentro", ad una rivalutazione dell'immensità del mondo interiore o se si preferisce di quella che molti definiscono spiritualità. Dall'esterno, ovvero dall'accettazione di un'ideologia esterna, all'interno ovvero all'esigenza di costruire personalmente una interpretazione completa, una sintesi personale per quanto possibile di ciò che appare reale.
D- Bruno Turra, la fine del lavoro è temuta nel nostro tempo perchè il Lavoro non è più un valore? - in profondità- lavoro e sopravvivenza sono la più forte Arma di ogni potere contro l'Uomo potenzialmente libero?
L'idea di lavoro come lo concepiamo oggi è ed è stata centrale nella società industriale che, senza il lavoro organizzato di milioni di persone, mai avrebbe potuto esistere. D'altro canto in questo tipo di società come in molte altre società organizzate c'è sempre stato chi è vissuto di rendita senza dipendere per il proprio sostentamento dal lavoro manuale. Oggi fin troppo spesso si pensa ancora al lavoro come posto di lavoro, scambio di tempo con relative prestazioni in cambio di denaro per consentire attraverso il consumo di provare a raggiungere il proprio spicchio di felicità. L'idea di lavoro è così radicata che la prima domanda che si pone ad una persona sconosciuta è quasi sempre "che lavoro fai?"; ne consegue che il lavoro è parte costituente della nostra stessa identità che in buona parte si plasma proprio intorno al ruolo lavorativo delle persone: lo sanno bene per esperienza diretta quelli che il lavoro lo perdono per passare nelle fila dei disoccupati o quelli che finito di lavorare e diventati pensionati soffrono di crisi profonda. Il fatto che noi siamo cresciuti nel mito del lavoro non implica affatto che altri popoli e culture condividano questo presupposto fondativo del modo di vita occidentale né che associno al lavoro significati che per noi sono scontati. In tale situazione anche l'automazione e l'intelligenza artificiale, in grado di sostituire il lavoro prima svolto dall'uomo, avranno ricadute assai differenti in differenti parti del mondo. E' assai probabile, almeno in occidente, che l'automazione e la digitalizzazione sostituendo quello che nella società industriale era il lavoro per eccellenza, quello nelle fabbriche e negli uffici, sposteranno grandi masse di persone verso altre attività assai più prossime al lavoro di relazione e di cura laddove servono doti empatiche e relazionali, creatività e capacità strategiche e di giudizio non più legate al solo criterio dell'efficienza.
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D- Turra, aveva ragione McLuhan (ma non solo) a ritenere l'Uomo, come opera d'arte vivente potenziale, destinato al
sopra-vivere per la ricerca dell'infinita verità scientifica, della libera creatività artistica e quindi, nella pragmatica della vita, al vero Umanesimo, umani o postumani che saranno?
Personalmente penso che l'essere umano, e qui direi ogni uomo ed ogni donna, abbiano una profonda esigenza di senso: in alcune culture moderne essa si traduce in un impulso verso la creatività e la libertà così come in altre trovava riscontro nella tradizione intesa in senso nobile. Creatività e libertà credo però vadano intese in senso assai diverso da quello comunemente dato oggi, dove la prima è intesa come una sorta di problem solving e la secondo viene ridotta alla scelta tra alternative disponibili: l'una e l'altra declinate all'interno di un paradigma che è ad un tempo troppo cognitivo e troppo legato all'aspetto economico. Creatività e libertà inviano piuttosto ad una triplice sfida: da un lato quella di scoprire la propria interiorità profonda, le proprie potenzialità nascoste; dall'altro quella di esplorare il mondo che si presenta ai sensi anche attraverso tutte le protesi della tecno-scienza assecondandone la crescita costante. Infine quella di sintetizzare l'una e l'altra non solo attraverso il sapere e la conoscenza linguistica ma attraverso l'intera serie delle potenzialità inesplorate del corpo; si tratta, come umani, di assumere un ruolo di grande responsabilità per accompagnare e sostenere - ognuno con il suo personale contributo - l'evoluzione personale, sociale ed ecologica che caratterizza la vita di cui siamo parte sul pianeta Terra.
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