Un invito a una cultura di opposizione | estense.com Ferrara: Premesso che è un refrain stantìo che una opposizione al regime culturale amministrativo estense dal dopoguerra non sarebbe alla altezza del compito di assicurare un degno sviluppo culturale alla città, moltissime essendo le persone di qualità e cultura non allineate alla intellighentsia di sinistra o dintorni, da semplice osservatore mi permetto suggerire alcune proposte operative nel caso in cui, come mi auguro, la città possa sperimentare alfine una alternativa politica. 1. Creare un 'museo' permanente e diffuso delle opere d'arte del territorio, spesso nascoste e dimenticate (si vedano e.g. le opere ora esposte in Castello estense provenienti da enti di beneficenza sciolti) esponendole magari a rotazione in luoghi storici e prestigiosi di Ferrara, chiese, palazzi, musei, scuole... 2. Investire imponendo anche ai privati per le loro proprietà (facciate, serramenti...) un abbellimento e manutenzione del centro storico della città, verde pubblico incluso,in modo che chiunque arrivi
Nota di Asino Rosso Concordiamo ovviamente con questo scenario politico culturale alternativo, tranne parzialmente un paio di appunti: l'autore certamente (da tanto tempo puntuale "eretico" nel web ecc.), ma se esiste come plausibile a Ferrara un numero non marginale di oppositori culturali, in genere mi sembrano silenti. a parte Sgarbi, il sottoscritto da molti anni, lo stesso Andrea Rossi e pochi altri alla luce del Sole: nè soprattutto quasi tutti incapaci di proporre una alternativa culturale ufficiale e mediaticamente organizzata e visibile. Le grandi mostre devono restare al Palazzo dei Diamanti, benissimo amplificarle anche in Castello ecc., ma per tradizione anche moderna, da Farina stesso docet, il logo Dimanti Grandi Mostre, al di là dei limiti storici di Ferrara Arte, da riformattare e riswfinire ma non certo da abbattere, è il link più noto in Italia, Europa e nel Mondo. Sarebbe un grave errore di maeketing anche.
Nota di Asino Rosso Concordiamo ovviamente con questo scenario politico culturale alternativo, tranne parzialmente un paio di appunti: l'autore certamente (da tanto tempo puntuale "eretico" nel web ecc.), ma se esiste come plausibile a Ferrara un numero non marginale di oppositori culturali, in genere mi sembrano silenti. a parte Sgarbi, il sottoscritto da molti anni, lo stesso Andrea Rossi e pochi altri alla luce del Sole: nè soprattutto quasi tutti incapaci di proporre una alternativa culturale ufficiale e mediaticamente organizzata e visibile. Le grandi mostre devono restare al Palazzo dei Diamanti, benissimo amplificarle anche in Castello ecc., ma per tradizione anche moderna, da Farina stesso docet, il logo Dimanti Grandi Mostre, al di là dei limiti storici di Ferrara Arte, da riformattare e riswfinire ma non certo da abbattere, è il link più noto in Italia, Europa e nel Mondo. Sarebbe un grave errore di maeketing anche.