Obiettivo sostenibilità, una strada tracciata



Da: Newsletter Financecommunity.it  




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Newsletter N° 179 de l 23 gennaio 2019
Obiettivo sostenibilità, una strada tracciata

Di laura morelli
In principio furono le grandi aziende, colossi come Google, Danone, Cisco, Apple. Poi sono arrivate le istituzioni finanziarie e infine gli investitori e le banche. Oggi più o meno tutti gli attori del panorama economico ? finanziario si stanno trovando di fronte alla necessità di ridefinire il proprio business in chiave più sostenibile.

L'aderenza ai cosiddetti criteri Esg (Environmental, social and governance) è diventato uno degli elementi che caratterizzano ? e possono pregiudicare - l'attività di un'impresa o di un fondo di investimento. Anche nell'm&a, per gli addetti ai lavori, la sostenibilità (o meglio la sua assenza) può essere un dealbreaker.

La direzione è ormai chiara. Lo testimoniano, ad esempio, le tante emissioni "green" dell'ultimo anno e mezzo, oltre agli sforzi dalle aziende verso un maggiore inclusione. Anche Larry Fink, ceo di Blackrock, nella sua annuale lettera ai ceo ha sottolineato l'importanza del ruolo ? diremmo sociale - di una società di gestione del risparmio, che attraverso i suoi investimenti influisce in maniera determinante nel destino di tante aziende. Ha anche affermato che profitto e scopo non sono più in contraddizione. Lo scopo di un'azienda è piuttosto ciò che la anima, è la sua ragione di essere. E i profitti sono importanti se utili a tutti gli stakeholders, quindi anche ai dipendenti e alla comunità oltre agli azionisti.
Non si tratta di un ragionamento puramente morale. I mondi della finanza e dell'impresa, siamo onesti, non si sono risvegliati improvvisamente vestiti da buoni samaritani. Ci sono alcuni elementi che spingono i vari player a muoversi in questo senso. Innanzitutto la pressione regolamentare, soprattutto verso le imprese e non solo quelle che si occupano di energia e trasporti. Poi c'è l'aspetto di business: nel lungo termine le aziende sostenibili saranno probabilmente più solide e redditizie di quelle che non lo sono.  

Il tema è anche reputazionale: i clienti e i dipendenti tengono sempre di più a questi temi e così pretendono maggiore sensibilità anche dalle aziende con cui hanno a che fare. Anche perché almeno il 35% della nuova forza lavoro è composta da Millennials, i quali hanno esigenze e aspettative diverse rispetto a quelle delle altre generazioni.  Gli stessi investitori tengono conto di questi aspetti. Stando a uno studio di Legg Mason il 46% degli investitori italiani prevede di investire di più in prodotti di investimento sostenibili nel prossimo quinquennio, ma già oggi quasi uno su due (47%) sceglie fondi e società tenendo conto di considerazioni Esg.

Certo, ci vorrà probabilmente del tempo finché tutti adotteranno nuovo modo di interpretare il valore. Le difficoltà non mancano. Ma la strada è tracciata e ciò non può che essere un segnale positivo in mezzo al caos dell'era post-crisi.
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