Il Modello Ferrara e il Palazzo dei Diamanti

Nota di R. Guerra

In riferimento a questo articolo fake news oggi su Estense com post polemiche  Sgarbi e Comune di Ferrara sull'affaire Palazzo dei Diamanti...

Ferrara  Arte non ha colore politico? Il tempo delle favole russo-ferraresi è finito.... semplicemente certa Casta PD cultura non meritocratica come il PD ovunque è in dissoluzione come il tempo dei funzionari pubblici altro che professionisti creativi.
Il trend Palazzo dei Diamanti città d'arte era decollato con l'era  Farina e  Soffritti, altra sinistra,  una scommessa partita bene: ma da Sateriale in poi quel trend ha iniziato a sclerotizzarsi, sempre più  cose nostre  ferraresi  attardate, al di là di  parziali anche eventi di successo e  le potenzialità di  trend economico   sociale  ferrarese sempre incompiute, al massimo 0-0,  altrimenti Ferrara non sarebbe sempre Cenerentola economica della Regione.  Non le polemiche ma la verità emersa sono letali  per il fallimentare Modello Ferrara ed era ora:  Ferrara Arte   deve riformattarsi anche con una tabula rasa dei soggetti  finora  implicati e nuovi soggetti  meritocratici, non  clientelari,  qualcuno potrà anche restare  se  talenti  meritocratici anche se funzionari pubblici, ma mero sottomenu.  Già  negli ultimi dieci anni  in giro per Ferrara   altri soggetti meritocratici  mai però nelle stanze dei bottoni perchè poco sudditi al Partito:  nomi   non solo Sgarbi, si pensi a  Lucio Scardino, lo stesso Paolo Orsatti,, DJ Afghan   e diversi altri.   E  sguardi rivolti anche al futuro,  non solo al  Rinascimento o al  Moderno e al Contemporaneo novecentesco, poi solo   in alcune occasioni ottimizzati: che fine ha fatto ad esempio la Video Arte e l'Arte Elettronica, fiore all'occhiello anche dell'era Farina e poi rilanciata da Vitaliano Teti alcuni anni fa?  E la Sala Polivalente?  In tal senso la nuova Ferrara Arte dovrà essere anche direttamente sinergica con la vera eccellenza  del/dal futuro di Ferrara, ovvero Unife, innestando l'arte scienza del XXI secolo e  potenziamenti  grazie alle nuove tecnologie e la realtà aumentata.   I visitatori e amanti anche dell'arte  devono entrare dentro i quadri...  non  limitarsi a  guardare i "prodotti" come se i musei  fossero supermercati..  Al Moma di New York e alla Tate Gallery  hanno performato persino Maestri della Musica Elettronica come i Kraftwerk, in 3D!,  tanto per parlare di  Contemporaneo del Duemila!
E' proprio  la forma mentis del Modello Ferrara   ideologico e  basta,  che appartiene a un passato superato dalla  rivoluzione elettronica....incompatibile con  il pensiero unico della fu sinistra che ha sempre monoplizzato la politica culturale da Sateriale in poi (Già, con Soffritti e quel PCI ancora di Berlinguer  Ferrara era più avanti, la meritocrazia era comunque presente e coinvolta). Come tempo di concretizzare davvero le sempre millantate sinergie pubblico privato. In questi anni mi risultano privati che han cercato di  portare - meri esempi indicativi- a Ferrara   Festival del Futurismo, del Rinascimento, della Scienza, pacchetti già collaudati a Roma, Milano, Genova, Napoli,   talenti  giovani come Mimmo Centonze o  geni come  Bruno Munari, ecc.,   nel silenzio assoluto istituzionale  mai recettivi  Maistò et similia,   mostre itineranti di gran successo altrove anche di certi ferraresi scomodi come  Italo Balbo o lo stesso Enzo Nenci, ecc.  Tutte poi con eventuali costi sempre sostenibili rispetto ai costi  sempre discutibili  e spropozionati  come han sempre  fatto l'attuale  Ferrara Arte o anche l'era Maistoò e quella SATERIALE,  qualcuno si ricorda l'affaire Ronconi e il flop  Hermitage, qualcuno  è davvero  contento anche oggi de sempre incompiuto Meis?
Il modello Ferrara è  morto anche nell'arte?  Era ora,  a Ferrara si laureò  un certo Copernico,  non la Pacelli o altri  esperti del Regime!

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