Nota di R. Guerra
In riferimento a questo articolo fake news oggi su Estense com post polemiche Sgarbi e Comune di Ferrara sull'affaire Palazzo dei Diamanti...
"Vi abbiamo convinto?". L'amministrazione ammicca alle associazioni di categoria, invitate a un tavolo di confronto per ricevere almeno il loro incoraggiamento - giunto all'unanimità - sul progetto di restauro e riqualificazione di palazzo dei Diamanti e per dare supporto a Ferrara Arte nel momento più critico dalla sua fondazione nel 1990. Sul piatto non pesa solo la polemica sul progetto - illustrato nei minimi dettagli con testi, foto, planimetrie, rendering e un plastico in scala 1:200 in una mostra all'ingresso del municipio - ma l'intera messa in discussione del sistema museale della città. Mentre la responsabile dei Beni Monumentali Natascia Frasson racconta gli imminenti lavori sugli spazi esistenti - che porteranno alla creazione di sala didattica, bookshop e caffetteria con affaccio sul dehor, lasciando in stand-by il cuore del concorso che era appunto il padiglione di collegamento tra le due ali del palazzo rossettiano, sostituibile alla passerella ma bocciato dalla
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Ferrara Arte non ha colore politico? Il tempo delle favole russo-ferraresi è finito.... semplicemente certa Casta PD cultura non meritocratica come il PD ovunque è in dissoluzione come il tempo dei funzionari pubblici altro che professionisti creativi.
Il trend Palazzo dei Diamanti città d'arte era decollato con l'era Farina e Soffritti, altra sinistra, una scommessa partita bene: ma da Sateriale in poi quel trend ha iniziato a sclerotizzarsi, sempre più cose nostre ferraresi attardate, al di là di parziali anche eventi di successo e le potenzialità di trend economico sociale ferrarese sempre incompiute, al massimo 0-0, altrimenti Ferrara non sarebbe sempre Cenerentola economica della Regione. Non le polemiche ma la verità emersa sono letali per il fallimentare Modello Ferrara ed era ora: Ferrara Arte deve riformattarsi anche con una tabula rasa dei soggetti finora implicati e nuovi soggetti meritocratici, non clientelari, qualcuno potrà anche restare se talenti meritocratici anche se funzionari pubblici, ma mero sottomenu. Già negli ultimi dieci anni in giro per Ferrara altri soggetti meritocratici mai però nelle stanze dei bottoni perchè poco sudditi al Partito: nomi non solo Sgarbi, si pensi a Lucio Scardino, lo stesso Paolo Orsatti,, DJ Afghan e diversi altri. E sguardi rivolti anche al futuro, non solo al Rinascimento o al Moderno e al Contemporaneo novecentesco, poi solo in alcune occasioni ottimizzati: che fine ha fatto ad esempio la Video Arte e l'Arte Elettronica, fiore all'occhiello anche dell'era Farina e poi rilanciata da Vitaliano Teti alcuni anni fa? E la Sala Polivalente? In tal senso la nuova Ferrara Arte dovrà essere anche direttamente sinergica con la vera eccellenza del/dal futuro di Ferrara, ovvero Unife, innestando l'arte scienza del XXI secolo e potenziamenti grazie alle nuove tecnologie e la realtà aumentata. I visitatori e amanti anche dell'arte devono entrare dentro i quadri... non limitarsi a guardare i "prodotti" come se i musei fossero supermercati.. Al Moma di New York e alla Tate Gallery hanno performato persino Maestri della Musica Elettronica come i Kraftwerk, in 3D!, tanto per parlare di Contemporaneo del Duemila!
E' proprio la forma mentis del Modello Ferrara ideologico e basta, che appartiene a un passato superato dalla rivoluzione elettronica....incompatibile con il pensiero unico della fu sinistra che ha sempre monoplizzato la politica culturale da Sateriale in poi (Già, con Soffritti e quel PCI ancora di Berlinguer Ferrara era più avanti, la meritocrazia era comunque presente e coinvolta). Come tempo di concretizzare davvero le sempre millantate sinergie pubblico privato. In questi anni mi risultano privati che han cercato di portare - meri esempi indicativi- a Ferrara Festival del Futurismo, del Rinascimento, della Scienza, pacchetti già collaudati a Roma, Milano, Genova, Napoli, talenti giovani come Mimmo Centonze o geni come Bruno Munari, ecc., nel silenzio assoluto istituzionale mai recettivi Maistò et similia, mostre itineranti di gran successo altrove anche di certi ferraresi scomodi come Italo Balbo o lo stesso Enzo Nenci, ecc. Tutte poi con eventuali costi sempre sostenibili rispetto ai costi sempre discutibili e spropozionati come han sempre fatto l'attuale Ferrara Arte o anche l'era Maistoò e quella SATERIALE, qualcuno si ricorda l'affaire Ronconi e il flop Hermitage, qualcuno è davvero contento anche oggi de sempre incompiuto Meis?
Il modello Ferrara è morto anche nell'arte? Era ora, a Ferrara si laureò un certo Copernico, non la Pacelli o altri esperti del Regime!