Venerdì sul Resto del Carlino, il vice sindaco e assessore alla cultura è tornato sulle polemiche del IV Novembre scorso, da più parti accusato di un comizietto elettorale. Naturalmente ha negato tutto, ma anche altri e ben altre le questioni che - nel non detto del suo discorso e anche in quel che ha detto strutturalmente, dovrebbe sollevare: su queste dinamiche la solita stampa local lacunosa.
Semplicemente, al di là delle stesse polemiche pretestuose e strumentali post , l'azione stessa situazionista del leader della Lega pseudoscandalosa (e infatti nessun reato penale, quindi nessun vilipendio istituzionale!), Maisto con il suo peraltro indubbio comizio, ha ancora una volta dimenticato che in quanto vicesindaco secondo persino i protocolli doveva parlare a nome di Ferrara che comprende tutti i cittadini ferraresi, anche quelli dell'opposizione... Invece ha nella sostanza parlato in nome della Giunta PD al potere e quindi solo di una parte dei ferraresi elettori ...
Di più, dalle sua parole soltanto una retorica ben nota veteropacifista, dimenticandosi, che la prima guerra mondiale fu una guerra anche come d'indipendenza per l'Italia e che storicamente ebbe un significato assai più complesso: anche se guerra, anche positivo: ad esempio la proprietà emergente della modernità del nuovo secolo in Italia, una Italia assolutamente ancora passatista e arcaica, nonostante lo stesso Risorgimento di cui - come accennato- la Grande Guerra fu il completamento! oppure quella guerra, sempre nel nuovo spirito della modernità sconfisse e archiviò l'Impero Asburgico e nel sottomenu solo apparente, frenò il già potenziale espansionismo tedesco, quasi Hitler rinviato di 15-20 anno, contrariamente a quel che credono ancora molti storici obsoleti (il contrario, non la grande guerra con le sue giuste sanzioni ai tedeschi di Versailles a medio-lungo termine generò il nazismo stesso..). E persino la Rivoluzione d'Ottobre fu un esito positivo, almeno potenziale proprio del I Conflitto mondiale.
Insomma, la Grande Guerra, piaccia o meno, fu l'ultima guerra anche positiva, riscrivere la storia in nome del successivo Divenire storico che ha cambiato completamente di segno - solo negativo alle guerre (ma fino ad un certo punto..), è come condannare qualche Medico nella prima guerra mondiale perchè non curava i pazienti neoplastici con l' Immunoterapia.
Insomma il Maisto non sa un C di storia o quasi.
Infatti, arduo dire, per la difesa del pianeta intero dal terrorismo islamico se inutili (contradditori risultati o meno) le varie Guerre "umanitarie" (senza alcuna retorica alla rovescio..) in Iraq o Afaghanistan o in Kossovo.
La pace assoluta in realtà di certo solito pacifismo, è una realtà pericolosa.
Più nello specifico e anche personale, ma oggettivamente oggettivo culturale anche local, Maisto spieghi certa ennesima censura local verso ad esempio un eBook La Carmelina a cura del sottoscritto La Grande Guerra Futurista.. , uscito nel 2015, focus proprio la Prima Guerra mondiale, compreso ..il 1918 e il 4 novembrea più voci con interventi di autori tutti o quasi di certa fama almeno nazionale: minimizzata da stampa local, non da quella nazionale vedi link in fondo, ma vero, c'era un appendice su Italo Balbo ma attinente eccome. Facile sospettare il perchè della censura, in 4 -5 anni, a Ferrara parecchie iniziative sulla Grande Guerra, ignorato totalmente il contributo di livello nazionale du cui sopra...
Centosei anni fa, con il famoso Manifesto nasceva il Futurismo, prima avanguardia artistica e culturale della storia, che rappresentò un nuovo modo, inusitato, di approcciarsi non solo all'arte, ma alla vita stessa.
Oggi, memore di questo grande passato senza per questo essere passatista
L'opera giustappunto intitolata La Grande Guerra Futurista (Wold War I, Centenario 1915-1918) Italo Balbo trasvolatore: Futurismo o Fascismo? (disponibile in ebook) edita da La Carmelina Edizioni e curata dallo stacanovista del Neo-Futurismo nostrano Roberto (Roby) Guerra, vero e proprio catalizzatore di cultura in quel di Ferrara, vede la collaborazione di più teste pensanti della cultura neofuturista e neofuturibile nostrana, tra cui Graziano Cecchini papà del Rosso-Trevi, Vitaldo Conte, Sandro Giovannini, Paolo Melandri, e Antonio Saccoccio, coadiuvati nell'impresa da giovani e meno giovani, navigati lupi di mare e enfants terribles dell'avanguardia italica, tra cui il giovane rampante Luca Siniscalco.
L'opera è architettata in una serie di brevi e godibili saggi, che
consegnano al lettore un fervido e coinciso ensemble di ciò che fu, di ciò che è e di ciò che sarà l'Avanguardia (Da Marinetti a Tzarà, a Dalì, alle folle lisergiche di Woodstock, allo sputnik, ai sogni transumanisti), processo che ha visto un inizio con il Manifesto del 1909, ed un battesimo di fuoco nelle trincee di guerra, che ha accompagnato l'Italia durante gli anni controversi del Fascismo, ma che con contaminazioni e variazioni sul tema attinenti al tempo e allo spazio ha fatto proseliti in tutto il mondo e ancora oggi a più d'un secolo continua ad ispirare i cuori e le menti di nuovi Ulisse dell'arte, della cultura, della vita. di GIOVANNI BALDUCCI