Fazi Editore : Novità in libreria, Kevin Wilson, Oliver Goldsmith, Léo Malet

 

Da: Fazi Editore 
Care lettrici e cari lettori,
vi presentiamo le tre novità di questa settimana, appena arrivate in libreria.
Buona lettura! 
piccolo mondo perfetto

Kevin Wilson
PICCOLO MONDO PERFETTO
traduzione di Silvia Castoldi

Orfana di madre, senza soldi e con un padre alcolizzato, la diciannovenne Izzy Poole rimane incinta di Hal, il suo insegnante di Arte del liceo. Lei, intelligente e schiva, determinata a non frequentare l'università malgrado gli ottimi risultati scolastici, sente di volere il bambino e decide di tenerlo; ma Hal, vittima di problemi psichiatrici, non regge la responsabilità e si suicida. Preston Grind, psicologo a sua volta figlio di celebri psicologi e segnato da un passato traumatico, dà avvio a un innovativo progetto di educazione infantile: il Progetto Famiglia Infinita. Nove coppie in condizioni economiche e sociali disagiate e in attesa del primo figlio trascorreranno dieci anni in una tenuta dove alleveranno i propri bambini come una sorta di famiglia allargata; anche Izzy, unico genitore single, entrerà a far parte del programma. L'esperimento prende il via, procedendo nonostante le difficoltà, più o meno prevedibili, che accompagnano le giornate di questa strana famiglia artificiale e autosufficiente: si creeranno legami particolari, nasceranno gelosie e rancori, i rapporti inizieranno a incrinarsi in seguito a inevitabili tensioni sessuali che rischieranno di spezzare il fragile equilibrio della comunità… La famiglia può rovinarti la vita oppure te la può salvare: quel che è certo è che dalla famiglia non c'è via di uscita.
Kevin Wilson, dopo La famiglia Fang, dà vita a un nuovo, affascinante e geniale ritratto di una famiglia, questa volta allargata e anticonvenzionale, confermando la sua delicata abilità nel raccontare le relazioni umane.

«Kevin Wilson sa come si costruisce una storia. Questo è un romanzo che si legge per motivi antiquati: perché c'è una buona storia, e vuoi sapere come va a finire. Ma si continua a leggere anche perché si vuole sapere cos'è una buona famiglia. Tutti lo vogliono sapere». 
John Irving

«Dolce e appagante… Wilson costruisce tutto su motivazioni e comportamenti umani credibili; il risultato è un cast di personaggi memorabile». 
«Publishers Weekly – Starred Review»

«La scrittura di Wilson ha una perfezione degna di Houdini. Non importa quanto difficili siano le variabili, ogni adorabile frase riesce a uscirne con tutte le sue parti intatte».
«The Boston Globe»

nestor burma e il mostro
Léo Malet
NESTOR BURMA E IL MOSTRO
traduzione di Federica Angelini

È agosto e all'Agenzia Fiat Lux non si muove foglia. Nestor Burma si ritrova senza molto da fare: subisce l'agguerrita concorrenza di un ambizioso giornalista che, grazie alle sue inchieste, cerca di offuscare la sua fama e di rubargli il titolo di detective più geniale di Parigi. Così, quando un giovane gangster quindicenne, capo di una banda di adolescenti che in periferia ha monopolizzato la distribuzione dei quotidiani, si presenta alla Fiat Lux con la notizia della morte sospetta di due suoi sottoposti, Burma non si lascia sfuggire l'occasione. Dei due ragazzini, uno sembra essere morto di morte naturale, mentre l'altro – si scoprirà – è stato avvelenato con dei cioccolatini ripieni d'arsenico. Li aveva portati a casa il padre, Frédéric Tanneur, tassista ubriacone dal torbido passato, su cui cadono subito i sospetti. Ma con l'entrata in scena del medico incaricato di una delle autopsie e dell'affascinante mademoiselle Larcher, Burma dovrà fare attenzione a non confondere vendette tra malavitosi e delitti sentimentali, sconfiggendo la concorrenza per riconquistarsi il titolo di detective capace di «mettere ko il mistero».
Un Nestor Burma in gran forma, in questa nuova avventura scoppiettante e ritmata, divertente e ricca di suspense, che certo non lascerà delusi i fan.

«Maestro del noir, Malet è giudicato, non a torto, migliore di Simenon». 
Corrado Augias

«Malet è, giustamente, ritenuto fra le voci più alte del noir francese». 
Giancarlo De Cataldo

«Lo stile di Malet è quello dell'unico vero maestro del polar». 
Gianni Mura, «la Repubblica»

«Uno dei detective più riusciti del noir novecentesco. Un classico. E basta».
Fabrizio d'Esposito, «il Fatto Quotidiano»

«Solo da morto gli fu tributata la caratura letteraria che si meritava, non inferiore a quella di Simenon».
Bruno Ventavoli, «TTL – La Stampa»

il vicario di wakefield

Oliver Goldsmith
IL VICARIO DI WAKEFIELD
traduzione di Barbara Bartoletti

Il vicario di Wakefield racconta le peripezie dei Primrose, una normale famiglia irlandese del 1700. Il vicario Primrose, la moglie Deborah e i loro sei figli vivono una vita idilliaca in una parrocchia di campagna, finché, la sera del matrimonio del figlio George, il vicario viene derubato dal suo broker, che fugge con tutti i suoi soldi sconvolgendo per sempre l'esistenza dell'intera famiglia. Fra inganni, sotterfugi, il rapimento della bella eroina e le macchinazioni di un aristocratico malvagio, spicca la figura del vicario, alla quale il romanzo deve il suo successo: uomo mite e generoso, in sé raccoglie e armonizza gli aspetti migliori dei costumi e della morale inglese del tempo; uno dei narratori più semplici e schietti, e al tempo stesso uno dei più complessi di sempre, trionferà su innumerevoli sventure, sempre in bilico tra il dramma e la favola, tra il comico e il sentimentale.
Considerato uno dei migliori romanzi del diciottesimo secolo, Il vicario di Wakefield fin dalla prima pubblicazione, nel 1766, ebbe uno straordinario successo in tutta Europa. Ne sono state tratte diverse versioni cinematografiche ed è stato uno dei romanzi più letti tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo: non a caso, viene citato in Middlemarch di George Eliot, Emma di Jane Austen, David Copperfield e Racconto di due città di Charles Dickens, Frankenstein di Mary Shelley, Il Professore e Villette di Charlotte Brontë, Piccole donne di Louisa May Alcott e nei Dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang Goethe.

«Uno dei migliori romanzi che siano mai stati scritti».
Johann Wolfgang Goethe