Essere una Macchina di O'Connell, intelligente o pseudoumanista?

https://www.avvenire.it/agora/pagine/oconnell

di  R. Guerra


O'Connell, di cui anche su Asino Rosso e Blasting News italia abbiamo già parlato a fine estate,  in questa ultima intervista conferma che è essenzialmente un ottimo giornalista ma non uno scienziato sociale, un futurologo. Già  avevamo evidenziato, a dispetto forse di eccessivi entusiasmi per l'ottimo "Pacchetto " editoriale inedito in tal senso in Italia, una certa Adelphi... certi bachi anche intenzionalmente conoscitivi, a uso e consumo dei media specifici che hanno rilanciato il suo Essere una Macchina. 

Se  l'autore è certamente molto interessante, ha ben compreso il ruolo della fantascienza come essa stessa futurologia e transumanesimo ante litteram, ecco il solito copione per l'Avvenire, nota testata cattolica italiana,  soprattutto sul piano bietico su posizioni regressive e  mortaliste.

In questa intervista  O'Connell privilegia ancora una volta  il  ranking alla verità più  verosimile.  

Non si tratta di minimizzare, come per ogni tecnologia, l'ombra o il fantasma della Macchina (della Scienza stessa in profondità poi), in particolare sui focus più radicali  delle prospettive del futuro, transumaniste, dell'Intelligenza Artificiale ecc.  Tale ambivalenza è sempre persino  "genetica" se non memetica, quasi sempre, quindi chiaro che ridondare tale dinamica è  una furbizia commerciale e psicosociale errata proprio come paradigma,  esattamente come fa il giornalista O'Connell, per la "gioia" degli umanisti cosiddetti  frequentemente presuntuosi, arroganti e eterodiretti (poi disquisiscono sulla libertà degli umani....). 

Ovvero l'autore,   puntualizza infatti  più i rischi, riassumendo  del futuro tecnologico....

Ma anche il Transumanesimo  e  l'Umanesimo stesso, quello scientifico autodiretto... da un pezzo sono altra visione del futuro,  potenzialmente rivoluzionari  sia per il "vecchio" Homo Sapiens" sia per il Post Homo Sapiens  sintetico e pluramente artificiale: prima lo si ammette (Ombre della tecnologia o meno), prima si  pilota almeno un poco fondamentale il futuro, perché, e questo il grave principale baco e omissione di giornalisti scientifici come O' Connel,  di Umanisti religiosi o  ecolaici..., fondamentale nel nostro tempo, ancora fortemente in bilico, strutturalmente tra progresso scientifico e  decrescita mentale socioeconomica e politica  è la coscienza del  fattore  Velocità. 

Come per un incidente grave è decisiva la velocità d'intervento....  mentre sulle nuove tecnologie anche radicali, certo ritardo cronico mediatico, politico, socioeconomico, rischia concretamente di fare perdere il cosiddetto tram storico, appunto l'alta velocità a cui gira, anche letteralmente l'intero pianeta Terra...   Bla Bla,  paradigmi più apocalittici, gira e rigira, prevalenti (tranne nella scinza sopratutto e a volte nella letteratura/arte).  Come un rifornimento d'aerei ad alta quota mancato per errore, le conseguenze sociali sono prevedibili, senza mutamento di velocità di comprensione e di pragmatica dal presente al futuro...