La fine e il futuro della sinistra?

di Roby Guerra

*In riferimento all'articolo intervento di Sergio Gessi su Ferrara Italia del 2 Giugno

Questa analisi autocritica (di Sergio Gessi  ndr.)  è perfetta e abc  per un possibile futuro nella cosiddetta sinistra  appunto attualmente estinta o quasi, verso nuove visioni 2.0, elettroniche, non radical chic  nè demonizzatrici degli avversari,  realistica a livello interetnico (e non buonista astratta e ideologica) e anche "utopico" (non si esce dal turbocapitalismo, al massimo rettificare e umanizzare, ma senza fare alcun sconto ai limiti strutturali della sinistra storica).  Di queste verità dovrebbero neppure ormai discutere ma prendere atto  nelle stanze dei bottoni (da Roma a Ferrara) le residue classi dirigenti della fu sinistra e media affini.  Ne dubitiamo, necessarie tabule rase,  resteranno solo eccellenze  personalmente poi soprattutto metapolitiche  e soprattutto  radicali ricambi  generazionali ex novo (il web è ricco di  gruppi di nicchia o quasi che da anni esplorano, tecnoanarchici o umanisti scientifici - leggi prossimi alla comunità scientifica italiana) essenzialmente a livello metapolitico,  il possibile progressismo 2.0).   Tempi probabilmente non brevi, ma la via è questa, quando oggi l'andazzo  deciso democraticamente (ricordarselo è  essenziale) è  d'altro segno (sempre relativizzando le  vecchie categorie superate destra - sinistra)  esso stesso incerto su visioni  evolute  2.0  ma che ha vinto anche perchè ha captato i nuovi paradigmi strutturali in divenire.  Con il cattocomunismo moderato o  estremo  la fu sinistra è  finita.  Con il catto liberalismo moderato anche il Berlusconismo residuo. Questi sono mutamenti positivi. Ora il futuro captabile anche  in Italia anche se incertamente lo parlano - ma lo parlano!- grillini e leghisti.  Ma  un nuovo futuro  stettamente progressista  da creare è non solo  benefico ma per chi viene da certe matrici - socialismo utopico o meno- illuminismo- positivismo - avanguardie artistiche soprattutto storiche -umanesimo scientifico e ciberculturale oggi (nella vera dialettica storica auspicabile -  sempre in Italia finora congelata dal prevalere dello scontro ideologico novecentesco finito e fuori storia e tempo dal duemila e la rivoluzione elettronica- ovvero alternanza combattiva ma leale non "religiosa" e meritocratica tra neoconservatori  e neoprogressisti - sempre relativi)  sfida reinventabile ultralegittima e  perché no, più entusiasmante.  I radiosi avvenire  sono più creativi degli antivirus necessari in questa fase storica  per le crisi strutturali dell'Occidente e anche dell'Italia,  a partire dalle persone e gli individui  non dal primato sempre alienante e boomerang del Collettivo.   A  partire da "autocritiche" simili.