UNA RILETTURA STORICA E POLITICA DELL'ORLANDO FURIOSO DI LUDOVICO ARIOSTO

Da: Pierluigi Casalino


 
 
La recente critica ariostesca tende ad una rilettura del Furioso, inquadrandola nelle vicende politiche che segnano l'Italia, l'Europa cristiana e la stessa Ferrara del suo tempo. Cogliere nel Poema dell'Ariosto come concreta la minaccia ottomana verso il Vecchio Continente, sarebbe forse eccessivo, sebbene il Ferrarese attraversi in modo significativo il suo capolavoro, dando voce ad un inconscio politico collettivo che ricorre ai modelli retorici e civili tipicamente rinascimentali e improntati all'inquietudine che il Turco suscitava dopo la rapida espansione della Mezza Luna fino a Vienna (1529 e 1532). D'altra parte la rappresentazione del musulmano nell'Orlando Furioso non è per nulla pretestuosa e nemmeno un puro espediente narrativo avulso dalla situazione politica contemporanea ed estraneo allo scontro di civiltà in atto. Vi sono, al riguardo, alcuni canti del Furioso (apparentemente minori o poco frequentati), che si rivelano essenziali per un'interpretazione coerente del pensiero ariostesco in merito al momento storico in cui vive l'Autore. Va detto, peraltro, che nel lavoro di Ludovico Ariosto il tema dell'incontro-scontro con gli Ottomani e la loro cultura supera la contingente circostanza ben oltre le atmosfere dell'attualizzazione di un racconto carolingio com'è l'Orlando Furioso. Accanto a questa rilettura storico-politica, l'opera dell'Ariosto è rivisitata negli ultimi anni da una ritrovata critica ermeneutica del lessico utilizzato dal vate ferrarese, che conferma la straordinaria e moderna sua capacità espressiva e significativa. 
Casalino Pierluigi