Ferrara : Affaire Naomo o Affaire PD?


di Roberto Guerra
 
 

In una comunità democratica evoluta, i dati elettorali non sono statistiche alla Sapigni o alla Istat (sempre più numerologia che scienza come sanno i veri esperti non istituzionali con basi conoscitive) ma fatti di cui chi detiene il potere per precedente ma ancora in carica legittima scelta elettorale "normalmente" dovrebbe tenere conto. 

A Ferrara invece la vera arroganza del potere - come in tutti i bachi cittadini che persino la stampa allineata è costretta per minimo pudore di cronaca a segnalare- insiste come uniche riflessioni alla solita ciarla autoconfessionale (quasi un talk show local  la sequenza postelettorale dei vari vertici Pd local e tutto autoreferente) e si è lanciata con certa stampa stessa nei fatti come megafono alla demonizzazione di un (sic!) barbiere reo di fare opposizione con metodi politicamente scorretti, simbolo però locale principale dell'opposizione leghista più forte in città.

I metodi di tale demonizzazione, come sa qualunque storico non ideologico, sono squisitamente soviet, episodi (persino di un anno fa) dove non esiste qualsivoglia denuncia di presunte vittime dello squadrismo supposto di Naomo, né della magistratura stessa (dopo un anno  la storia del Palaspecchi(!) e pare semmai solo ora, dopo il secondo episodio in Piazza ma dopo la campagna stampa ecc:  nei fatti  esponenti PD, certa stampa, certi eterni vip alla ferrarese della società locale sempre gregari con il PD, si sono sostituiti alle Autorità  innestando dinamiche ai limiti del linciaggio pubblico verso Naomo, suffragando i loro scoop con un paio di testimoni casuali (casuali?) quasi sensitive, visto che uniche documentazioni sarebbero l'Intuito e testimonianze basate sulle solite Percezioni estrapolate e confusamente da dinamiche contingenti.

Con una iperbole, lo stile della demonizzazione ricorda quello contro Calabresi degli anni di piombo memoria promosso da certa Intellighenzia italiana ben nota.

Poco importa alle false coscienze buoniste la legittimità e critica sociale di chi (come ad esempio Naomo) semmai è solo eventualmente  reo di intervenire contro  situazioni di palese illegalità  tollerata dalle Istituzioni e dalle Autorità che invece dovevano a priori intervenire, vista la flagranza di tali irregolarità  a suo tempo nel Palaspecchi (occupato a intermittenza almeno da soggetti che - loro- violavano quella proprietà privata) o altri che da anni, impunemente  in centro molestano passanti e turisti (!)  chiedendo fantomatiche elemosine, pizzi illegali nei parcheggi, offerte di libri o altro  non richieste, meri metodi mafiosi  incredibilmente tollerati dalle autorità e nei fatti normalizzati (sebbene quasi sempre clandestini e irregolari) dal potere locale sempre in nome del falso buonismo interiore personale e parallelamente pubblico politico.  Il copione è nei fatti lo stesso in tali dinamiche solo apparentemente meno gravi di quello che negli anni ha degenerato il noto quartiere GAD, con una intera area di cittadini in ostaggio anche psicologica dell'illegalità diversamente africana, con una svalutazione degli Immobili da crisi del 1929 e coprifuoco obbligati in molte zone e in orari serali o notturni.

Un ritornello, poi, questo si è sconcertante e la dice lunga sul livello orwelliano miserrimo delle anime pie che inquinano Ferrara  supposta città d'arte...  l'epiteto Barbiere  a Naomo, come se solo Avvocati o Notai o altri liberi professionisti o magari Intellettuali siano degni di fare Politica!  Guarda caso, il Sindaco è un Avvocato, Marattin "era" uno scienziato economico, la Sapigni una Statistica, insomma lotta di classe alla rovescia!

Ebbene facile prendersela in questa città di Notai, Avvocati, Intellettuali e artisti di regime cortigiani, con un Barbiere, dinamica che rivela quella ferraresità radical chic ante litteram, ben poco popolare e semplicemente oggi tardo borghese agreste come mentalità passatista che da sempre condiziona  la storia di Ferrara e sempre (persino oltre l'ideologismo storico stesso ben noto) spiega la sempre mancata evoluzione al passo con gli anni duemila dell'eterno Villaggio Ferrara (arte cultura ecc.  nei fatti restano quasi solo mere decorazioni soprattutto ovattate dentro le Mura....). 

Ebbene chi scrive, piaccia o meno, basta una minima documentazione nel web, da anni è un libero intellettuale con una certa oggettiva fama a livello nazionale in ambienti prestigiosi e futuribili e con diverse prove pubblicistiche editoriali altrettanto prestigiose, non sono un "semplice barbiere": ma tutta la mia "libido" a un libero Barbiere , coerente con il mio stile  sempre controculturale, politicamente scorrettissimo e prova vivente che appunto non tutti i leghisti o oppositori sono semplici "barbieri"  o anime "limitate" di altro popolo ferrarese (come l'arroganza di regime prevalente in città dichiara pubblicamente con disprezzo antidemocratico dell'ultimo voto elettorale).

In quanto tale mi permetto meritocramente le righe di cui sopra e di ricordare alcuni fatti sotto gli occhi di chiunque ha ancora in questa città sinapsi e neuroni liberi:

1- Il PD è semplicemente estinto

2. Unica speranza per Ferrara è una tabula rasa delle attuali classi dirigenti, a tutti i livelli per manifesta incapacità di pilotare in modi decenti una città nei fatti in declino esponenziale 

3  Una città sempre ultima in economia regionale e senza orizzonti di sviluppo evoluti nel futuro, con quasi la metà dei ferraresi che vivono a livello minimale (e le nuove generazioni che se ne vanno...) e problemi di sicurezza incredibili per un villaggio (equivalente a un quartiere di Milano o Roma)  non può permettersi la velleità completamente irrealistica di essere una città dell'accoglienza: sarebbe come pretendere una Nasa nigeriana per andare sulla Luna mentre i nigeriani vivono in palafitte: razzismo e simili depistaggi  non c'entrano nulla;  è semplice Principio di Realtà e realismo sulle risorse locali reali attuali.

4 Ferrara città d'arte non funziona, vanno abbandonate per un futuro diverso e desiderabile, velleità da neoestensi o alla Versailles, puntando realisticamente a quel che può essere Ferrara: un Villaggio d'arte si con una sua peculiarità (possibile) in tal senso , una sua identità appetibile ma senza pretendere di competere con le Città d'Arte in senso stretto, Roma, Venezia, Firenze ecc.); business plan su Arte, Cultura, Turismo  miratissimi, pochissime eccellenze, solo alcuni precisi investimenti per possibili grandi mostre o eventi, ottimizzazione del Rinascimento, Medioevo storici ferraresi, del famoso delta del Po, delle peculiarità gastronomiche della Tradizione ferrarese;  stop all' "accoglienza" eccessiva istituzionale verso troppo associazionismo culturale sopravvalutato e a fondazioni entropiche (unità umane incluse) antieconomiche e soprattutto semplici esempi di caste locali. Semmai - previa selezione meritocratica- valorizzazione di potenzialità culturali e artistiche (molte più note fuori mura, quindi non dilettantismo allo sbaraglio) ferraresi con possibili investimenti quasi a costo zero o favorendo in generale sponsor sinergici pubblico privati di origine fuori mura.

Inoltre, svolta inedita proprio come paradigma, grande potenziamento (e priorità investimenti) dell'Università e le sue eccellenze  in senso conoscitivo e tecnoscientifico, rilancio a medio lungo termine dell'agricoltura e così via.

Riassumendo, a medio e lungo  termine il modello dovrà essere la Spal, una città tra Serie A e Serie B,  di dignitosa e prestigiosa  storia (e si auspica Futuro) ma non la Juventus o il Real Madrid;  nuovamente a misura d'uomo, sicura, economicamente decente e vera sostenibile , con giovani ferraresi che restano e linfa studentesca da fuori mura -  che magari resteranno qua se decolla in senso nuovo l'Università e le sue possibili ricadute pragmatiche nel tessuto produttivo;  un futuro e bello.. villaggio elettronico  neorinascimentale minimale: lo stile dei Barbieri e delle Parrucchiere  capaci di tagliare e-o "esaltare"  con bellezza, verità e eleganza sobria (o spettacolare per le donne ferraresi),  i capelli  e non un feudo di avvocati, notai, intellettuali o burocrati politici grassi e arricchiti oltre misura, nè di industriali alla Agnelli o Pirelli...  grattacieli a Ferrara(purtroppo) ne abbiamo già visti  due e in futuro non si vedranno mai più....


Roberto Guerra, futurologo