di B. Guerrazzi
(photo di repertorio)
Non bastava a Ferrara un Istituto storico istituzionale arroccato nel 2018 su improbabili posizioni ANPI... in questi giorni ennesimo esempio di una cultura ancora semisoviet con l'illuminante conferenza dello storico Sarfatti (ah Margherita....) che rivela al mondo un Mussolini razzista supposto fin dalle origini! Quindi letteralmente fin dal suo originario socialismo? Secondo lo storico poi le famigerate Leggi razziali fasciste e italiane peggio persino di quelle hitleriane.
Questo storico ben poco scientifico, confutabile ormai da decenni dopo certi De Felice, Nolte ecc., conferma una città di gamberi fuori dal tempo e dalla storia (già...): certamente mai negoziabile il tardo fascismo della fase sinergica nazista e della suicidale seconda guerra mondiale.
Ma semplicemente ricordando proprio Ferrara, con un ebreo primo podestà fascista (Ravenna) e un certo Balbo, numero due del regime, duramente contrario alle leggi razziali e ai tedeschi (e opposizione ovvio direttamente dall'interno del regime stesso e non da certo esilio francese come molti antifascisti comunisiti dell'epoca), insostenibile la pseudostoria di tal Sarfatti. Le leggi razziali stesse neppure paragonabili al clima hitleriano, in Italia sciagurate fin dall'inizio, ma criminali soltanto dopo l'8 settembre e soprattutto la guerra civile 1943-45 con la Repubblica di Salò e i nazisti in Italia.
In ogni caso nessuno difende il tardo fascismo, ma quel ventennio mica si può ridurre solo all'ultima fase e al suo epilogo. Certi pseudocriteri allora e specularmente giustificano equazioni tra Lenin e la rivoluzione di ottobre, 7 anni e il nazismo rosso di un certo Stalin, dal 1924 in avanti per la storia dell'Unione Sovietica. Certo ideologismo residuo ormai certi retrostorici lo raccontano solo a Ferrara.... altro che download storici!
Info
https://www.estense.com/?p=666765
www.estense.com di Mattia Vallieri Nelle leggi razziali di 80 anni fa Benito Mussolini ci credeva davvero o le promulgò per convenienza politica e vicinanza a Hitler? Era razzista o un opportunista? "Mussolini è un uomo estremamente pragmatico, fa quello che conviene a lui e all'idea di Italia che ha. In questo senso non ha quella folle ideologia e pregiudizio di Adolf Hitler ma utilizza tutto quello che gli serve in quel dato momento. E' razzista sin dall'inizio ma non lo dice, non lo fa trapelare, non fa come Attilio Fontana". È questa la convinzione, coadiuvata da diversi episodi e documenti, dello storico Michele Sarfatti arrivato al Meis (di cui è membro del comitato scientifico) per presentare il suo libro 'Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell'elaborazione delle legge razziali', uscito nel 1994 ma oggi arricchito da nuove testimonianze raccolte dall'autore. Dopo i saluti della direttrice del Meis Simonetta Della Seta (che ha moderato l'incontro) e del presidente Dario Disegna ("libro |