Tecneconomy? Quando Milano è meglio di Londra


Da: Newsletter FinanceCommunity.it 


  


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Newsletter N° 129 del 29 novembre 2017

Quando Milano è meglio di Londra


di laura morelli

Per chi lavora nel mondo della finanza e vuole farlo in Europa, l'opinione diffusa è che non ci sia posto al di fuori di Londra dove trovare i giusti stimoli e le vere possibilità di crescita. Milano, al confronto, è spesso considerata una timida periferia che raccoglie, in ritardo, i trend provenienti dalla City.

In realtà le cose non stanno proprio così. Se infatti è vero che Londra e il Regno Unito sono decisamente più all'avanguardia della capitale lombarda, altrettanto vero è che esistono altri aspetti che ogni professionista dovrebbe considerare nella scelta della città in cui vuole vivere e lavorare. Aspetti che, per certi versi, pongono Milano più vicina alla capitale inglese quanto a desiderabilità.

A sottolinearli, in questa sorta di provocazione che vorrei condividere con i lettori di questa newsletter (e sapere cosa ne pensano), è stato il portale efinancialcareers.com che di recente ha pubblicato un articolo dal titolo "I left my banking job in London for something much better in Milan" (https://news.efinancialcareers.com/uk-en/301114/i-left-my-banking-job-in-london-for-something-much-better-in-milan), scritto da un Etf trader italiano tornato da poco in patria.

Secondo il professionista, che ha lasciato il desk di Deutsche Bank per costruire il team Etf italiano di Kepler Chevreux, l'approccio da startup che caratterizza molta dell'attività finanziaria nel nostro Paese sarebbe molto più stimolante del lavoro nelle strutture gigantesche e già organizzate della City.

In sostanza, il nostro ritardo in molti ambiti finanziari è considerato più un'opportunità che un difetto. E il modo di lavorare, a detta dell'autore, è molto più libero e meno conservativo, soprattutto riguardo la condivisione interna delle informazioni.

Considerando la diversa struttura del mercato nei due Paesi, l'autore sostiene inoltre che in Italia si lavora molto di più con clienti di piccole dimensioni e quindi si impara di più a stare sul campo, a "capire veramente il mercato" e ad "adattare il tuo servizio al cliente di fronte a te", non importa quanto piccolo. "Il ruolo è molto più personalizzato", spiega.

Quanto al network, per il trader la rete di contatti che si può costruire in Italia sarà sempre più piccola rispetto a quella londinese, ma alla fine, sostiene, la conoscenza delle persone che si ha qui è molto meno superficiale.

Sono a mio avviso spunti di riflessione molto interessanti e in controtendenza rispetto a quanto siamo abituati ad ascoltare quando si mettono a confronto le due città. Premesso che Milano e Londra sono diverse, riflettere su questi temi ci può aiutare a definire quali sono le priorità dei vari professionisti della finanza. E soprattutto cosa si aspettano dal loro lavoro e dalla loro città.

laura.morelli@financecommunity.it

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