LA GUERRA COME FLAGELLO

I filosofi del XVIII secolo, specialmente gli Enciclopedisti come Diderot e D'Alambert, consideravano la guerra come un flagello. I conflitti erano visti come un fattore patologico, promossi dai pregiudizi nazionali, dall'irrazionalità umana, dalla mancanza di giusto equilibrio, da contestazioni tra sovrani che si risolvevano con le armi. Una concezione che precorre i tempi e che mette in discussione la teoria della guerra giusta. Tuttavia, prima degli illuministi l'inglese David Hume costruiva la sua concezione morale del mondo, analizzando le cause delle guerre e delle contese. In un testo famoso, dedicato all'insurrezione, Hume mette il dito sul disordine che reca un conflitto, soprattutto quello attribuito alla rivolta contro un'eccessiva tassazione. Pur riconoscendo la liceità di una rivalsa in materia e comprendendone le ragioni, il pensatore analizza la scarsità dei risultati che anche una simile guerra comporta. E infatti la guerra per le tasse non finirà mai e non sarà mai una medicina adeguata in vista di una nuova società.
Casalino Pierluigi