L'URSS COM'ERA VISTA OVVERO LA RUSSIA SOVIETICA NELL'IMMAGINARIO DELL'OCCIDENTE (ITALIANO) DURANTE LA GUERRA FREDDA

Le impressioni suscitate nella pubblica opinione e nella politica italiane dalla Russia sovietica furono diverse, ma sostanzialmente non lontane dal crescendo di sensazioni recepite in Occidente dopo la Rivoluzione d'Ottobre. Si tratta di impressioni che riguardano una realtà che non è mai stata estranea al nostro quadro nazionale, un quadro nazionale, peraltro, allineato fin dal dopoguerra alla linea atlantica e alla posizione vaticana. Nulla vi era di grezzo nella lunga convinzione postbellica, infatti, che l'azione internazionale di Mosca, ruolo ereditato dalla Russia imperiale e zarista precedente all'avvento dei Soviet, condizionasse anche la situazione generale dell'Occidente, sia per il peso che avevano i comunisti in casa nostra che per l'influenza esercitata da Stalin persino su personaggi libertari come Nenni. Per dare ai giovani di oggi un'immagine falsa di quegli anni, si rievocano talvolta episodi di lotta elettorale di basso livello, come le meschine risorse di quel candidato napoletano che spaventava la gente rivelando che i russi avevano la coda. Nonostante che negli anni Settanta Paolo Emilio Taviani dicesse che non era possibile formare un governo con i comunisti per molte delle paure suscitate dai partiti di governo circa le malefatte di tale forza politica, di Stalin e della Russia sovietica anche post-staliniana non tememmo certo la coda di Stalin, ma quegli artigli dell'Armata Rossa, proprio mentre nelle città e nelle campagne i propagandisti di estrema sinistra distribuivano in perfetta buona fede immaginette dell'ex seminarista georgiano, annunciandone esultanti l'imminente venuta (ha da venì baffone). La storia non si fa certo con i se e con i ma: è lecito tuttavia chiederci - e non è difficile la risposta- quale sarebbe stato il corso degli eventi - non solo nazionali- se in Italia il fronte politico filo-russo non fosse stato sconfitto il 18 aprile 1948 dai democratici ,o se  Cina ed URSS avessero continuato nell'innaturale idillio geopolitico unificante il marxismo militante, ponendosi in antitesi combattiva con il resto del mondo. Sull'argomento non si mancherà di tornare per una più compiuta analisi di ciò che rimane di quell'epoca e di ciò che si dovrebbe temere ancora da una Russia non meno enigmatica.
Casalino Pieruigi