LE LINGUE INDOEUROPEE E IL LATINO

Per cominciare, cartesianamente da zero, occorre collocare linguisticamente il latino; così si legge una grammatica russa, elencando le lingue sorelle della famiglia slava. Non è notizia che impressioni molto il principiante; e sembra erudizione anche sapere che il latino, con l'osco a sud e l'umbro a nord, è una delle lingue italiche, tutte appartenenti al gruppo indoeuropeo, come il greco, il sanscrito, l'iranico, tra quelle di antichissima documentazione, il germanico, lo slavo e il gaelico tra le più recenti, il celtico (estesissimo un tempo, sopravvive nel gallese o nel bretone), l'illirico, parlato nei territori balcanici invasi dagli slavi nell'alto Medioevo, il lituano, la lingua dell'impero ittita dell'Asia minore fiorito nel secondo millennio a.C., il tocarico nel cuore dell'Asia. Un estwensione che copriva, tranne poche isole, tutta l'Europa e l'India, e oggi, con l'inglese e lo spagnolo, costituisce un impero linguistico su cui non tramonta mai il sole. Il più prossimo confine è segnato dall'arabo, lingua semitica, come l'ebraico. Con tanta estensione la notizia sembra ancora più anodina; pochipensano che invece è tra le più esorcizzate del mondo contemporaneo. Espressioni sinonimiche, normali circa un secolo fa,- lingue indogermaniche o ariane, gliindoeuropei o gli ariani - sono dolorosamente omesse e tacitate. Il ritrovameno della letteratura della madre India è stato decisivo, facendo cadere le muraglie del mondo, come diceva Holderling. Anche da ciò si è scoperta l'importanza del latini.
Casalino Pierluigi