LA MALAPIANTA DEL FONDAMENTALISMO

In un momento in cui il fondamentalismo islamico riempie delle sue gesta efferate le cronache di questi ultimi tempi, giunge dall'India la notizia dell'incattivirsi di un altro fenomeno inquietante: quello del fondamentalismo indù, non meno pericoloso e dirompente di quello islamico. Il 13 maggio scorso nel sud dell'India veniva inaugurata da parte della locale comunità cattolica una nuova chiesa dedicata alla Madonna di Fatima; nella circostanza non era mancata la testimonianza di rispetto e solidarietà da parte dei fedeli di altre religioni, soprattutto quelli di religione musulmana, che in India, condividono con i cristiani, le stesse difficoltà di coesistenza con il resto della popolazione a schiacciante maggioranza indù. Anche gli induisti, i buddhisti e altre correnti spirituali indiane, avevano, tuttavia, dimostrato simpatia nei confronti dell'iniziativa. Durante la notte, seguita ad un giorno di festa, una folla di fondamentalisti indù ha fatto irruzione nel sacro edificio distruggendo ogni cosa e seminando la rovina dove poco prima si era manifestata una scelta di libertà. La frequenza di questi atti rivela un crescendo drammatico di intolleranza nel mondo che non risparmia nulla e nessuno. Una mala-pianta, quella del fanatismo religioso (ma anche del settarismo politico, figlio delle più terribili ideologie del XX secolo) che sembrava sepolta dalla Storia e che conferma , invece, una deriva della coscienza e della ragione, la cui eclissi drammatica genera mostri aberranti. Torna alla mente un passo del Vangelo di Giovanni, laddove si preannunciano le future persecuzioni e violenze nel nome di Dio. Eventi sciagurati che rischiano di moltiplicarsi anche in quelle regioni del mondo dove la democrazia e la tolleranza hanno una lunga tradizione.
Casalino Pierluigi