L'IMPERO ROMANO MODELLO DI AUTORITA', DI INTEGRAZIONE, MA ANCHE DI FORZA

Se è vero che nei periodi di crisi ritorna come un covitato di pietra il mito accogliente dell'impero con le sue capacità di autorevolezza e di integrazione di popoli diversi nel segno del diritto, non va dimenticato l'aspetto della forza, se non della violenza con cui assicurare tale ordine. La pax romana costituisce l'esempio emblematico di tale modello di autorità, integrazione (e anche di forza, non disgiunta spesso da quella pietas virgiliana che ne fece in seguito, da organismo cosmopolita, la sede del cattolicesimo romano, cioè universale: si diceva infatti Salus populi romani per significare un carattere, quello romano, di per sé, appunto universale). La lezione della pax romana e, nel contempo, di quella, mutatis mutandis, aburgica, quale mosaico di certezze politiche e socio-economiche, evidenzia efficienza bellica, inflessibilità repressiva, ma anche, come detto, disponibilità flessibile all'integrazione, rappresenta un dato storico unico nel suo genere, forse davvero senza pari. Per le dimensioni, l'impronta conferita al continente europeo e ai popoli limitrofi e gli effetti sul processo di civilizzazione, l'impero romano continua ad esercitare un potente fascino su chiunque si soffermi ad analizzarne dinamica e portata. Anzi la stessa frase di San Paolo:Civis romanus sum" suona ancor più a valore di integrazione dello stesso abbraccio planetario che offrì e offre tuttora la Chiesa cattolica, apostolica romana, che, in ,un cer,t,o, senso è erede della latinitas, già peraltro racchiudendo per la missione del Suo Fondatore, quella vocazione universale che è insita nell'ebraismo. Il concetto di superiorià dell'impero romano per sua espressa autoproclamazione divina, aldilà della inevitabile retorica del caso, almeno come cantata dall'estremo suo vate Rutilio Namaziano, è per noi, con i debiti distinguo, un lascito di straordinaria validità soprattutto per un'Europa, quella attuale, allo sbando.
Casalino Pierluigi