L'Italia e gli altri in una prospettiva globale.

I valori di una civiltà possono entrare in conflitto con i nostri, eppure rientrare in quel genere di fini che immaginiamo perseguibili, senza che smettano di essere e di apparirci umani. E' stato (ed forse ancora) questo un compito dello storicismo, che la cultura europea ha inventato nel XVIII secolo: una conquista che a tutt'oggi non ha raggiunto tutte le parti del globo, come quotidianamente si vede e si sente. Capire, quindi, quanto non condividiamo è divenuta esigenza imprescindibile anche nel nostro Paese, quello che si chiama dai tempi di Dante il Bel Paese. Il fatto che tutto il mondo desideri visitare l'Italia, nonostante il pessimo biglietto da visita della sua politica e delle sue mancate conquiste sociali e mancate riforme, appesantita su un irripetibile passato, rivela l'esistenza di un comune terreno umano, cioè la possibilità di apprezzare tutta una serie di civiltà anche si appartiene ad un assai diverso panorama di idee. Dobbiamo, tuttavia, preservare il nostro centro di gravità culturale e farlo conoscere e rispettare a chi viene da fuori, ma possiamo al tempo stesso esercitarci in idee diverse, sperimentandole e rivisitandole in quel modello che abbiamo ereditato dall'antica Roma, che è all'origine della nostra civiltà. Dobbiamo, dunque, saper avvicinare gusti e valori diversi, senza rinunciare in modo becero e stupido ai nostri, non escludendo di combattere a viso aperto chi si proponesse di distruggerli.Valori comuni ed empatie fungono da ponti tra le culture nell'ottica di un nuovo universalismo come fu quello alessandrino, nel contesto di un andirivieni incessante tra limitati valori primi e innumerevoli usanze che dividono. Chi crede in un sistema unico, senza un adeguato pluralismo, e segnato da valori inalterabili e acriticamente universali ed eterni, tende all'intolleranza, mentre sotto l'imperio dell'Urbe ciò non accadeva: non esisteva l'intolleranza verso quanto riteneva falso, perverso e deviato, nonostante che ci fosse il confronto serrato con chi rischiava si mettere in discussione lo Stato E ciò avvenne anche fuori del nostro sistema, laddove un Voltaire diede del barbaro a Shakespeare. Lo storicismo, figlio del Romanticismo, in particolare da noi, ci impedisce simili pregiudizi, per cui possiamo sentirci legati al nostro Paese e al tempo stesso sentirci parte del nostro Pianeta.
Casalino Pierluigi