IL DUBBIO MAESTRO DI CIVILTA' OVVERO IPAZIA E LA PLURALITA' DELLE IPOTESI INTELLETTUALI. IL CASO DI IPAZIA


Pierluigi Casalino

L'età cruciale per diventare dogmatici ed intolleranti oppure, al contrario, persone aperte, amanti del dialogo e pervasi dal dubbio costruttivo, è l'adolescenza. Una serie interminabile di studi scientifici sul cervello umano lo testimonia. E in tale contesto ci rendiamo conto quanto sia bene preparare (e far preparare) il cervello all'apertura mentale (a quell'apertura mentale che amava lo stesso Sant'Agostino, che muoveva sempre dal dubbio per approdare alla verità. e al pensiero critico. E meglio dell'esperienza straordinaria e tragica ad un tempo di Ipazia, scienziata di epoca alessandrina, che sembra anticipare la visione fallibilista di Karl Popper, non c'è per raccontarci una bella storia attualissima ai tempi dell'Isis (che distrugge un patrimonio come quello di Palmira), in cui i cattivi sono sicuramente i fanatici dell'Isis e i buoni sono coloro che socraticamente sanno di non sapere. Solo questi ultimi potranno elevare il dubbio a metodo rigoroso, individuando l'unica via percorribile per arrivare alla conoscenza. Ipazia è stata una martire. Non una martire cristiana, bensì una martire uccisa da cristiani, quelle persone, vale a dire, erano pronti, come quelli neo-islamici dell'Isis, ad uccidere nel nome di Dio, un Dio che non è quello che è veramente, un Dio di Intelligenza, oltre che d'Amore. E che non potevano tollerare che una donna potesse insegnare e pensare. E al pari di Socrate, Ipazia amava insegnare per le strade, ovunque le capitasse a chiunque le capitasse e volesse sapere dei filosofi del passato. Ipazia è una delle poche donne filosofo della storia occidentale e a quei tempi occuparsi di filosofia equivaleva anche di occuparsi di astronomia e di scienza, di matematica e di geometria, oltre che di tutte le arti liberali. Perfezionò l'astrolabio di Ipparco e insegnò alla scuola della Biblioteca di Alessandria, prima che questa subisse l'ennesima distruzione da parte dei cristiani in lotta contro i seguaci di Serapide, motivati dalla politica loro favorevole dell'imperatore Teodosio. Ipazia è diventata famosa per aver criticato il sistema tolemaico e difeso l'eliocentrismo di Aristarco (anticipato da Metrodoro di Lampsaco), se è vero ciò che scrive il suo allievo prediletto Sinesio. L'insegnamento di Tolomeo non era da considerarsi agli occhi degli studiosi di Alessandria, definitivo ed inattaccabile, ma popperianamente falsificabile. La filosofia neoplatonica di cui Ipazia nutriva i suoi discepoli (un neoplatonismo che prendeva le distanze dagli eccessi teologici delle scuole orientali ed era invece improntato al modello ateniese) era improntato al rispetto della pluralità delle ipotesi e alla ricerca della verità. Ipazia fu massacrata in modo barbaro e violento, forse perché i suoi liberi insegnamenti erano visti con sospetto, così come come con sospetto lei era vista come donna. Forse perché era laica in un'epoca di lotte tra scuole religiose e tra fondamentalismi religiosi. Come si fa a non avere dubbi? Lo diceva anche il mio professore di filosofia, il salesiano don Paolo Natali, eccelso intellettuale prima che prete cattolico.E il dubbio, per don  Natali, è il padre della civiltà.