LA POLITICA ESTERA RUSSA PRIMA DELL'AGOSTO 1939

Si è cercato spesso di ricostruire la visione che la Russia sovietica aveva del mondo nella prima metà del 1939. Certamente gli statisti sovietici guardavano con sospetto tutte le potenze straniere, ed erano pronti ad ignorare a loro volta qualunque scrupolo. Avvertivano, seppur con piena coscienza, di trovarsi per la prima volta impegnati in un gioco diplomatico seri. Da quando commissario agli Esteri non fu più Trozki, aii primi del 1918, la politica estera era stata lasciata nelle mani di comunisti di secondo piano, prima Cicerin e poi Litvinov, nessuno dei due membri del Politburo. Il 3 maggio 1939 il posto di Litvinov fu preso da Molotov. Qualcuno ha visto in questa scelta una mossa di avvicinamento alla Germania (come del resto fu ad agosto). è più probabile che si trattasse del riconoscimento dell'importanza della politica estera dopo tanto tempo. Nell'URSS Molotov era secondo solo a Stalin e si avvicinò alla politica estera con una buona dose di sospetto, ma anche con quella cura pedantesca della precisione verbale che caratterizzava i bolscevichi nelle loro dispute interne. Non c'è dubbio, però, che prese sul serio gli affari esteri. Neppure può esserci il dubbio che il movente primo della politica sovietica fosse il desiderio di essere lasciati in pace, data la consapevolezza di Mosca di essere debole: temevano, infatti, una coalizione di stati capitalisti e badavano soprattutto a portare avanti lo sviluppo economico del Paese. Concordavano con il governo britannico nel volere la pace: divergevano i modi per preservarla. Non credevano si potesse pacificare Hitler, ma erano convinti che lo si potesse circoscrivere solo con uno schieramento di opposizione unitaria. E inoltre, pur non ardendo dal desiderio di conservare lo status quo, non nutrivano alcun desiderio di cambiarlo. Ad agire erano riluttanti, ma se dovevano agire, anche con una guerra, non lo avrebbero fatto per conservare l'assetto uscito dai trattati di Brest-Litovsk e di Riga. Sarebbero rientrati sulla scena mondiale solo con un rango di prima grandezza soprattutto con un ruolo egemone in Europa orientale.
Casalino Pierluigi, 1°dicembre 2016