POLITICA E MORALE NELLA FILOSOFIA MODERNA.

Il realismo politico quale sinonimo di forte determinazione al limite dell'astuzia è stato teorizzato in maniera esemplare nell'antico trattato indù dell'Arthasastra di Kautilya, spesso accostato a sproposito, pur con innegabili analogie, al Principe di Niccolò Machiavelli. A tale concezione della statolatria che ha segnato una pagina indelebile nella storia del dispotismo, non solo orientale. anche chi scrive ha dedicato, in passato, alcune riflessioni sia su Asino Rosso che sul blog pierluigicasalino.org Altervista. E' al riguardo è convinzione diffusa che la politica di successo si basi sulla furbizia e la mancanza di scrupoli, più ancora che  sull'uso di intelligenza e di capacità amministrativa. Altrettanto diffusa opinione, e forse oggi maggiormente percepita come necessaria per un atteggiamento morale delle scelte politiche, è quella che è pervasa dai principi indivisibili dell'etica. Secondo costoro, infatti, ciò che è inammissibile dal punto di vista morale lo è anche dal punto di vista politico. Questa è la tesi di molti filosofi contemporanei come Philip Pettit e L.Rockefeller. La filosofia ha un valore rilevante sotto questo aspetto, pur essendo una disciplina diversa dalle altre, La filosofia svolge un ruolo catartico che ormai spinge anche chi è fuori della politica ad avviare una riflessione seria sul futuro dello stato, della democrazia e delle stesse relazioni internazionali. Con questo non si intende mascherare le illusioni che non di rado legano il vivere quotidiano solo ai valori di principio e le condotte politiche a lineamenti puramente teorici. Gli equilibri e le esigenze di mediazione restano, invece e comunque, centrali nella fenomenologia politica. L'indagine filosofica si limita a dire che l'ideale non esiste, ma che il perfettibile va perseguito per dare alla democrazia quel fondamento essenziale che la rende ancora un grande patrimonio dell'umanità e della civiltà.
Casalino Pierluigi