VOLTAIRE E L'INDIA

Ben diversa da quella di Montesquieu è la figura di Voltaire, che resta, comunque, un grande esaltatore dell'Europa e ad un tempo uno dei maggiori interpreti e formatori della moderna coscienza europea. Il pensiero di Voltaire era basato sul cosmopolitismo. E Voltaire, a sua volta, critica Bossuet, il quale, nel suo Discours sur l'Histoire Universelle, ha trattato troppo severamente gli Arabi, che pure fondarono un grande impero e una religione così fiorente, e ha dimenticato completamente gli antichi popoli d'Oriente, quali gli Indiani e i Cinesi, i quali raggiunsero livelli assai elevati prima che le altre nazioni venissero formate. Perché, dice in proposito Voltaire, dovremmo trascurare tali popoli, dal momento che ci cibiamo dei prodotti della loro terra, indossiamo le stoffe da essi preparate, ci divertiamo con i giochi da essi inventati? Sempre Voltaire afferma che gli Indiani sono forse gli uomini che da più antica data sono raccolti en corps de peuple (cioè il nostro concetto di nazione culturale e di Stato politico. All'India dobbiamo tante invenzioni e l'origine delle arti, oltre ché il gioco degli scacchi. In India si recavano i Greci alla ricerca della scienza assai prima di Alessandro il Grande. La religione degli Indiani era altamente morale ed è vero che, come il cristianesimo, era ed è nemica del sangue, ma i cristiani, secondo Voltaire, non hanno mai seguito la loro religione, mentre gli Indiani hanno sempre praticato la loro.
Casalino Pierluigi, 29.11.2016