Perché la guerra del 1939?

E' difficile stabilire se Hitler prendesse sul serio il progetto di una guerra contro la Russia sovietica a mezza strada, ormai, nel 1939, verso un'alleanza con i tedeschi (come si vedrà nell'agosto di quello stesso anno) o si se si trattasse, invece, di un'allettante illusione con cui lo stesso Hitler cercava di ipnotizzare i dirigenti occidentali. Se lo prese sul serio, allora la guerra del 1939 - che non fu contro la Russia, ma contro l'Occidente, con Germania e Russia pressoché alleate o quasi - come detto -, diventa  questione più inspiegabile che mai. O meglio, rispunta la vecchia e semplice spiegazione che la guerra del 1939, per quanto riguarda almeno, lo scenario europeo, lungi dall'essere premeditata, fu un errore tragico e banale, il risultato di errori diplomatici dall'una e dall'altra parte, un colossale, collettivo errore di calcolo che provocò immani distruzioni senza senso. Scarso, infatti, fu il contributo di Hitler all'attività diplomatica fra l'aprile e l'agosto 1939, dal momento che egli si accontentò di preparare e attendere, fiducioso che gli ostacoli - la crisi polacca, in primis- si sarebbero, in qualche modo, dissolti davanti a lui, come era avvenuto nella crisi ceca del 1938. Anche gli inglesi pensarono ad un altro espediente, quello, dimostratosi utile l'anno prima, di poter ancora chiamare Mussolini, ad un certo punto, perché esercitasse la sua influenza moderatrice su Hitler: ma anche questa linea aveva esaurito il suo significato. Il momentaneo schizzo di indignazione di Mussolini quando i tedeschi occuparono Praga: anche il Duce recitò il suo bravo atto d'aggressione, trasformando in aperta annessione il protettorato italiano sull'Albania. La circostanza determinò una una vasta attività diplomatica a catena: gli inglesi garantirono la Grecia e, senza alcun motivo, anche la Romania, negoziarono un'alleanza con la Turchia, alleanza che era destinata comunque a non diventare mai operativa. Tali mosse riempirono di scartoffie gli archivi del Foreign Office ed ebbero scarsa rilevanza sugli eventi, in particolare sul vero problema rappresentato dalla Germania. L'Italia e la Francia, da parte loro, stavano ai margini della vicenda e il loro destino venivano determinato dai loro più grandi alleati. I francesi si precipitarono a respingere le richiesta italiane in Africa Settentrionale, sfidando un avversario, come Mussolini, alla loro stregua. E Mussolini poté finalmente fare il gran passo di allearsi con la Germania il 22 maggio,< con quel patto d'Acciaio che impegnava i due Paesi a fare la guerra in comune. In realtà Mussolini sperava di poter decidere quando la guerra dovesse farsi e cercò di far presente che l'Italia sarebbe stata pronta nel 1942 o nel 1943; i tedeschi, al contrario, diedero minor importanza al patto: lo conclusero quasi per caso come premio di consolazione per non essere riusciti a concludere una triplice alleanza con ilk Giappone. E in effetti l'Estremo Oriente costituisce ancora oggi un fattore che è di difficile valutazione nel gioco diplomatico del 1939.
Casalino Pierluigi, 27.11.2016