Leibniz, Descartes e Giordano Bruno: tre campioni della Felicità dell'uomo


di Pierluigi Casalino  



 
Se Giordano Bruno, oggi rivalutato, fu capace di trasgredire alle
regole del suo tempo per affermare e conquistare la piena libertà di
pensiero, impiegando l'intuizione come fonte di conoscenza diretta del
vero, indipendentemente da ciò che i sensi trasmettono, Descartes
scoprì che l'unica verità è l'incertezza, un'incertezza che ci pone in
relazione diretta con il centro dell'essenza della propria esistenza.
Contemporaneamente Leibniz con le sue ricerche considerò la felicità
al di sopra di ogni cosa, il supremo obiettivo di ogni individuo e
della società. Per tutti e tre questi pensatori ciò che innanzi a
tutto serve è volerlo e volerlo davvero. La separazioni, quindi, non
esiste; noi tutti siamo in eterno contatto con l'Anima Unica: di
conseguenza, in sintonia con il cosmo, l'applicazione costruttiva di
fantasia, immaginazione e desiderio sono il segreto della creazione di
ogni possibile miglioramento, di ogni progresso.  Quindi la più
potente forza dell'universo non è quella gravitazionale
elettromagnetica o nucleare, ma la capacità della mente di generare
nuove possibilità attraverso il pensare e l'immaginare, influenzando
in tal modo cambiando le nostre impostazioni e mutando la realtà dopo
aver mutato noi stessi e poi gli altri in un sistema condiviso. Le
scoperte della meccanica quantistica danno oggi ragione a questi tre
pensatori.
Casalino Pierluigi