APOGEO E DECLINO DEL SEFARDISMO EBRAICO

 
> di Casalino Pierluigi
> Il XIX secolo è stato quello dei Lumi sefarditi nell'Impero Ottomano.
> Ebrei livornesi, formati alle idee liberali del granducato di Toscana
> alla fine del XVIII secolo e portati dal grande slancio economico
> dell'Occidente, si vanno ad insediare nelle città sefardite (ebrei
> spagnoli) dell'Impero Ottomano, dove da un lato vivono sotto la
> protezione delle concessioni consolari delle potenze occidentali e
> dall'altro godono della lungimirante accoglienza delle leggi turche,
> tradizionalmente favorevoli agli ebrei grandi finanziatori dei Sultani
> dal 1492 (l'abbraccio rinnovato tra la Turchia di Erdogan e Israele,
> quindi, non deve stupire). L'influenza dei rabbini ebraico-turchi
> rende ancor migliore il clima di inserimento dell'elemento
> giudaico-livornese. Quest'ultimo è dunque alla base dello sviluppo dei
> commerci non solo turco, ma anche internazionali di cui è animatore:
> gli ebrei nel loro complesso contribuiscono a vivacizzare i rapporti
> bancari, industriali e far penetrare le idee laiche nel sistema
> educativo delle più importanti città ottomane: in particolare è
> Salonicco il centro di maggior rilevanza, capitale marittima di cui il
> 60% di abitanti è sefardita. L'occidentalizzazione e la laicizzazione
> della Turchia prende allora l'avvio seguendo gli stessi processi
> conosciuti dall'Occidente europeo. Ma a fronte del venir meno
> dell'influenza strettamente religiosa, si registra il pieno espandersi
> della cultura ispano-ebraica (sefardita appunto) con la
> moltiplicazione dei giornali, dei libri, delle riviste in lingua
> giudaico-spagnola, con l'apertura verso il mondo esterno e
> l'integrazione del patrimonio turco-balcanico con quello
> occidentale.Il processo di occidentalizzazione si accentua poi con il
> ritorno verso ovest d numerosi sefarditi dopo l'annessione alla Grecia
> di Salonicco e l'ellenizzazione della città al termine della Prima
> Guerra Mondiale. Il XX secolo, invece, rappresenta la fine del
> sefardismo con il fenomeno del disperdersi degli ebrei spagnoli e dei
> "conversos" nel mondo cristiano laicizzato. In Occidente, infatti,
> soprattutto in Francia, gli ebrei spagnoli, già francofoni a
> Salonicco, Istanbul, Smirne, il Cairo, si fanno naturalizzare francesi
> e si integrano nel tessuto locale tanrto che tra i loro discendenti,
> dopo molti matrimoni misti, si affievolisce l'anima sefardita. In
> Germania e in USA la corrente sefardita va a confluire in quella
> ashkenazita. Agli inizi del XX secolo molti giovani sefarditi
> raggiungono la Palestina, tendenza che si intensifica dopo la Seconda
> Guerra Mondiale, con partenza dall'est europeo e dalla Grecia in
> direzione appunto Palestina. Qui il sefardismo si andrà disperdendosi
> nell'israelismo. In Israele, infatti, a seguito del ricompattamento di
> quanti erano scampati al nazismo, le caratteristiche ebraico-sefardite
> si fonderanno con quella neo-ebraica. Il diritto al ritorno in Spagna
> promulgato solo nel 1924 sarà solo simbolico, mentre maggior fortuna
> sembra avere la concessione agli ebrei sefarditi della cittadinanza
> spagnola decisa dal parlamento di Madrid nell'autunno del 2015. Se il
> sefradismo è morto dopo la sua vitalità e fecondità secolare, la
> cultura resta oggetto di studio per l'enorme lascito di civiltà che ha
> donato al mondo.
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