DE CHIRICO A FERRARA: IL MITO UNITARIO DELL'UOMO NEL SEGNO DI UNA PROFETICA FOLLIA

 Pierluigi Casalino
> Tra il 1915 e il 1918, in piena tempesta bellica, de Chirico è a
> Ferrara, crogiolo di antiche culture esoteriche ed oracolari, percorse
> da magia ancestrale: è per l'artista un'occasione speciale per
> cogliere gli indizi dell'assurdità dell'immane conflitto mondiale
> proprio nelle cose ordinarie, in quelle della quotidianità. Pur non
> essendo al fronte, de Chirico vede nella frenesia distruttiva che
> stava prendendo l'umanità la più grande prova dell'assenza di logica
> che governa il mondo. De Chrico si rinchiuse in quel periodo nelle sue
> piccole stanze di strutturale, dando vita ad un tipo di pittura
> diversa da quella della sua fase parigina, tutta rivolta alla ricerca
> della "grande pazzia...che non appare a tutti...e che esisterà sempre
> e continuerà a gesticolare e far segni dietro il paravento inesorabile
> della materia". Secondo la visione dechirichiana ferrarese, dunque,
> l'uomo, nella sua breve vita, è sottoposto ad un destino
> incontrollabile che lo rende simile ad uno strumento della grande
> follia dell'universo. Su quei giorni Ferrara ha dedicato nel 2015 una
> fortunata mostra, che ha rivelato la fatalità illogica intuita
> dall'autore, una visione che ha aperto una finestra sul mistero
> inquietante dell'uomo.
> Casalino Pierluigi