Presentato il romanzo "La scimmia di Degas" di Anna D'Elia alla CORE gallery, Roma

 *Tra i relatori il transfuturista e critico d'arte Vitaldo Conte





Venerdì 8 aprile alle ore 18,30
la CORE gallery, via dei Fienaroli 31/A Roma,    
invita alla presentazione del romanzo di Anna D'Elia "La Scimmia di Degas" (Giazira Scritture, 2015)

Intervengono: Dario Evola, Ennery Taramelli, Vitaldo Conte
Letture di Monica Porcellato
Al Sax alto Antonio Ruggiero

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Anna D'Elia
La  "scimmia" di Degas
Giazira Scritture, Bari 2015


Chi è Degas.
Edgar Degas (1835-1917) è l'artista che, per primo  nella pittura occidentale, ha restituito dignità alle donne mostrando i corpi di ballerine, stiratrici, modiste, cantanti come macchine da lavoro. Anche quando rappresenta  nudi che si lavano, non indulge in sguardi da voyeur, al contrario  mostra le abitudini igieniche di donne  giudicate responsabili di malattie veneree e collocate nei gradini più bassi della scala sociale. Nei bordelli rappresenta, accanto alle meretrici, i clienti,  illustrando in tal modo i costumi sessuali di un'epoca e scagionando  le pubbliche peccatrici dall'accusa di immoralità.
Eppure Degas è stato considerato un misogino dai suoi contemporanei.  Nel romanzo, il personaggio è mostrato nelle  sue contraddizioni,  in preda a perenni crisi e conflitti, posseduto dall'arte e ossessionato dall'ideale della perfezione artistica.  

Chi è la "scimmia"
E' la modella Nannina, alter ego del pittore, materializzazione del suo lato d'ombra.  E' anche il suo capro espiatorio, vittima del suo maniacale perfezionismo. Il male nelle sue varie espressioni ( ingordigia, cattiveria, ottusità, bruttezza, malattia)  prende forma nelle sue sembianze  somma di tratti ferini e umani.
E' grazie ai dipinti nei quali si rispecchierà, grazie ai poteri di trasfigurazione dei ritratti per i quali ha posato che Nannina  riscatterà la sua condizione di reietta riconoscendo in che modo lo spirito abiti la materia, anche nelle sue più triviali espressioni.  Il pubblico dibattimento in tribunale segna, per entrambi i protagonisti, un punto di non ritorno.

Sinossi
" E' il 1874,  Edgar accorso a Napoli al capezzale del padre morente, accetta mal volentieri  di occuparsi di Nannina, la bambina di otto anni affidatagli dal genitore, con la preghiera di farle da tutore. Le difficoltà economiche in cui versa, ma soprattutto l'ossessione per la pittura, dal cui demone è posseduto, gli impediscono di prendersi cura di lei. Rientrato a Parigi, consegna la piccola nelle mani della domestica e se ne disinteressa. Grande è la delusione dell'orfana che, abbandonato il palazzo napoletano dove sua madre aveva prestato servizio come domestica, si ritrova  in balìa del pittore sempre più burbero e ostile nei suoi confronti. Quando  Nannina compie dieci anni, entra come modella  nel suo atelier.  I maltrattamenti che subisce trasformano, però, il desiderio di attenzione e le sue prime pulsioni in gelosia, rancore, rabbia e risentimento fino alla denunzia  per sfruttamento, violenze, plagio, necrofilia e voyeurismo.
Tra i temi più dibattuti in aula:  il conflitto tra  diritti  umani ed eccessi della creazione. I giudici, pur imponendo al pittore un risarcimento danni, lo assolvono. Il processo segna, però, un punto di non ritorno sia per lui  che per lei. Da oscuro oggetto del desiderio l'arte diventerà per la modella  lo spazio  al cui interno potrà ricongiungere le parti frantumate di sé , accettare  le sue deformità e  capovolgerle in  risorse.  Da  dura battaglia per la ricerca della verità l'arte diventerà  per il pittore  lo specchio al cui interno ritrovare la nuda vita ed accettarne il tragico destino.

Biografia dell'autrice
Anna D'Elia  annadelia@libero.it,  vive e lavora a Bari, in via Fanelli 206/23   c.p.70125.
Saggista e narratrice, premio Tassoni per la narrativa 2010 con il saggio-racconto
 "Per non voltare pagina" ed. Meltemi ( Roma) già docente di Storia dell'Arte moderna  presso l'Università degli Studi della Basilicata.
Si occupa di cultura visiva, arti, creatività, genere.  Tra le sue pubblicazioni: Pino Pascali (Laterza, 1983), L'Universo Futurista, una mappa dal quadro alla cravatta (Dedalo,1989), Le Città Visibili ( Congedo,1990), Fotografia come Terapia, attraverso le fotografie di Luigi Ghirri (Meltemi, 1999); Diario del Corpo (Unicopli,2002); Sguardo e raffigurazione, grafie del sé, Adriatica Editrice, Bari, 2002. Nello Specchio dell'Arte (Meltemi, 2004), Per non voltare pagina (Meltemi,2007),  Pino Pascali (Electa 2010).
Ha collaborato con la Rai, la Gazzetta del Mezzogiorno, Cahiers d'Art, Leggendaria  e numerose altre riviste, scrive su Exibart, Academy of Fine Arts, Le Reti di Dedalus.