La “Saudade” come memoria nel destino dell’aristocrazia dei Bruni Gaudinieri. Un tempo incancellabile di Micol Bruni
La "Saudade" come memoria nel destino dell'aristocrazia dei Bruni Gaudinieri. Un tempo incancellabile
di Micol Bruni
Memoria, nostalgia, ricordare. Le famiglie si ritrovano non solo nel raccontare la storia, ma soprattutto nel vivere ciò che i portoghesi e brasiliani chiamano "saudade". Infatti nella storia raccontata nel libro dal titolo "Cinque fratelli. I Bruni Gaudinieri nel vissuto di una nobiltà", Pellegrini editore, mutuando lo scrittore brasiliano Guimaraes Rosa, si rappresenta un desiderio quasi metafisico e assoluto di qualcosa di remoto e antico, di tradizione e di memoria.
Dice bene Giuseppe Femiano nella sua recensione che "la parola saudade è quella che rende meglio" lo spirito dello scritto perché, ricordando quello spazio tra il molo e la nave, caro a Pessoa, tanto da far dire ad Alvaro de Campos (uno dei suoi tanti eteronomi): "Ah, ogni molo è una nostalgia di pietra! E quando la nave salpa dal molo e ci si avvede all'improvviso che si è aperto uno spazio tra il molo e la nave…", è li che si inserisce il senso del dovere e dell'onore dei cinque fratelli.
Una "saudade"! La poetessa ucraina – argentina Clarice Lispector ha fatto della "saudade" il suo villaggio emozionale. Raccogliendo la vita che c'è nei "Cinque fratelli" questo villaggio è tutto vissuto: "Sento saudade di tutto ciò che ha segnato la mia vita/Quando vedo ritratti, quando sento profumi,/quando ascolto una voce, quando mi ricordo del passato,/sento saudade...".
La nave è ormai salpata con i cinque fratelli, Adolfo (commerciante), Mariano (matematico e intellettuale), Virgilio Italo (commerciante e possidente terriero), Luigi (segretario comunale) e Pietro (geometra ed esperto di fotografia d'arte) ma attraverso le loro vite, i cinque fratelli, in quello spazio tra il molo e la nave, in quello scorcio di saudade, hanno lasciato, a noi eredi, percorsi tracciati da nobiltà di pensieri.
Figli di Alfredo, ovvero Ermete Francesco Bruni e Giulia Gaudinieri. Due famiglie. I Bruni, proprietari terrieri e iniziatori di un commercio innovativo che si è protratto negli anni del Fascismo sino a tutto il Novecento e i Gaudinieri, una famiglia stemmata con il simbolo dell'aquila con una rosa rossa nel becco e con origini arbresh antiche, tanto da ritrovare in una platea della famiglia Gaudinieri, datata Acri 15 settembre 1851, alcune date che fanno risalire la famiglia ai primi trent'anni del 1600.
Si racconta di uomini e di donne che hanno fatto si la storia di una famiglia, ma si sottolinea soprattutto, come questa famiglia dei Bruni – Gaudinieri sia parte integrante della storia di un paese. Si pensi al capitolo "Come nasce il commercio in Calabria" in cui si racconta della Ditta Bruni (partendo dal 1878) e dei suoi maestri di commercio.
Si pensi che i Bruni sono stati, intorno alla metà dell'Ottocento, i primi commercianti dei tabacchi, i primi a confrontarsi con la coltivazione della liquirizia, i primi a portare nelle Calabrie il sale raffinato dalle saline. I primi a realizzare una economia in un territorio prevalentemente economico. I primi a realizzare le originarie imprese che vennero chiamate Ditte.
Si pensi ancora al capitolo "Il colonnello Agostino Gaudinieri" nominato nel 1914 Sottotenente di complemento di fanteria e nel 1916 promosso a Tenente sino ad arrivare a colonnello dell'esercito ed ebbe un ruolo importante durante il passaggio dalla Marcia su Roma alle leggi fasciste, sia durante gli anni del Regime. In una ricostruzione sui decorati di guerra lo storico Cassiani lo ricorda cosi"…fra le insidie di Bosco Cappuccio, Agostino Gaudinieri, magnifica tempra di ufficiale, tre volte ferito, merita la medaglia d'argento al valore".
Questo voler raccontare la storia di una famiglia e di un paese è legato, dunque, tanto al ricordo del passato quanto alla speranza verso il futuro perché non dobbiamo dimenticare che, pur vivendo le nostre distanza geografiche, restiamo gli eredi di una famiglia che ha segnato il tempo di quella storia che va dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri, attraversando il Sud Italia.
Noi eredi abbiamo un compito, raccogliere i nostri ricordi e custodirli per portarli in dono a chi non sa, a chi non conosce perché la vera nobiltà sta nel testimoniare la verità perché ciò che rende nobile un uomo è la libertà della verità. Proprio nel nome di quel concetto sul quale sto lavorando in temini poetici e filosofici; la "saudade".
Questo intreccio di famiglie trova, appunto, nella memoria il suo destino e nel viaggio in una tradizione la sua identità forte perché sappiamo con Viniciius de Moraes che: "Chega de saudade/a realidade é que sem ela/não há paz, não há beleza/É só tristeza e a melanconia…", ovvero che senza la "saudade" non c'è bellezza.
La manifestazione per la presenzatione di "Cinque fratelliu" è organizzata dalla Famiglia Calabrese di Bari "Luigi Jacobini" e si svolgerà alle ore 21.00 nella Sala dell' Hotel Regina Strada provinciale Torre a Mare - Noicattaro (Bari) di sabato 16 aprile.