Ferrara, Daria Bignardi dal Grande Fratello a RAI3

di Benito Guerrazzi
Chapeaux!  Daria Bignardi  completa la propria  carriera con vertici mediatici, realizzando quasi il sogno del programma che la lanciò come conduttrice a suo modo alternativa, ovvero il Grande Fratello, direttamente ispirato da 1984 di G. Orwell ( e poi dal grande Duca Bianco David Bowie con 1984 (in Diamond Dogs).   Tra Tempi Moderni, le più recenti Invasioni Barbariche, il  diversamente sposalizio con il figlio di Sofri, Luca Sofri, valente anche esperto delle nuove tecnologie sebbene ideologico,  una carriera trasversale, prima lanciata da Media Set poi sempre più a sinistra e radical chic (non necessariamente negativa) con la 7,  riassumendo succintamente certamente un traguardo la News di queste ore. Direttrice di RAI 3.   Ricordando anche la sua luminosa ascesa anche come scrittrice raffinata e esistenziale, adesso viene il bello.  Il talento non si discute, il suo Grande Fratello, come scritto  diverse volte  anche dallo stesso scrittore futurista ferrarese R. Guerra, l'unico probabilmente non indecoroso e trash, anzi un esperimento mediatico televisivo.  Tuttavia certo radicalismo esponenziale finanche cattocomunista, buonista e Benista, come noto anche dalle cronache più recenti,  era già un malware con i programmi degli ultimi anni ed ora che approda ufficialmente  mediaticamente persino nel diversamente soviet della fu sinistra italiana e di certa Intellighenzia "rossa" e nell'era del gran affabulatore Matteo Renzi,  l'ombra di Tele Kabul, mai dissolta dalla stessa Bianca Berlinguer con il suo TG3, sembra con la Bignardi chiudere quasi il cerchio con le sue "origini"  spettacolari e pubbliche diversamente orwelliane.  Sarà dalla parte di Winston Smith o del Big Brother  realissimo e ben poco science fiction  che inquina, piaccia o meno, l'Italia sempre retro del nostro tempo?