*Luigi Tallarico, di Roma, storico e critico d'arte, è tra i principali esperti creativi del Futurismo (Benemerito di stato dagli anni 2000 per la cultura e del Sindacato Libero Scrittori Italiani di Roma). Nel secondo dopoguerra, negli anni bui del futurismo, dimenticato per mere questioni ideologiche da certa storia dell'arte (e osteggiato), fu tra i pochissimi, con Enzo Benedetto, Francesco Grisi e pochi altri a salvarne la memoria rivoluzionaria e la sua persistente attualità e anticipazione del computermondo contemporaneo. Nella recente presentazione a Roma di Marinetti 70..., Armando editore, Roma, a cura di A. Saccoccio e chi scrive (26 novembre) da vero futurista ha amplificato il suo saggio-intervento specifico, Marinetti, la rivoluzione futurista e la ricostruzione dell'universo; da vero futurista con un approfondimento esemplare sull'ultimo cosiddetto Marinetti, quello di certo ritorno a certa spiritualità ancora insospettata, con un intervento straordinario dal titolo Spiritualità religiosa di Marinetti. Più in profondità, dopo uno zoom retrospettivo su certa invero costante "mistica" di Marinetti e il futurismo stesso, almeno a partire dal cosiddetto secondo futurismo (con l'Arte Sacra e il Manifesto firmato da Marinetti e Fillia, evocazioni in merito degli stessi Gerardo Dottori, Fillia, Oriani, Mino Rosso ecc. nonché certo Antonio Sant'Elia e lo stesso Prampolini) Tallarico ha focalizzato soprattutto l'ultima opera in assoluto di Marinetti, alla fine della seconda guerra mondiale, L'Aeropoema di Gesù, poco prima della scomparsa del fondatore della più grande avanguardia italiana e internazionale. Se proprio Marinetti 70 Sintesi della critica futurista, oggi segnala la revisione vitale (non museificante) del futurismo e Marinetti (con interventi significativi dei vari Giorgio Di Genova, Massimo Duranti, Pierfranco Bruni, G.B. Guerri, G, Carpi, V. Conte, R. Campa, P. Valesio e altri) probabilmente più aggiornata e squisitamente oltre oltrepostmoderna, come accennato, come anticipazione sorprendente dell'Uomo-Macchina elettronico e postInternet attuale, l'intervento-saggio in questione di Tallarico rivela un Marinetti apparentemente debordante in altra dinamica poetica e letteraria: al contrario ancora una volta Marinetti testimonia la sua "divinazione" lungimirante e geniale. L'opera, per le motivazioni di cui prima, è stata edita postuma soltanto nel 1991 dalle Edizioni del Grifo, a cura della stessa C. Salaris, dopo un rifiuto della stessa Feltrinelli che è già entrato nella storia dell'editoria italiana. Il futuro dimenticherà tale esempio dell'ideologismo italiano secolare, tutt'oggi inquinante la libera parola e arte, mentre invece sia Tallarico che proprio l'opera letteralmente meccanico-celeste finale di Marinetti segnalano orizzonti di postfuturismo oggi anche cosmico (si pensi a Antonio Fiore Ufagrà), matrice anche nel XXI secolo di qualsivoglia nuova avanguardia. Tallarico traccia perfettamente il Gesù aeropoetico di Marinetti come linee parallele della rivoluzione futurista, da sempre, anche se magari tacito, danzante tra la freccia meraviglia e fatale del tempo, il Futuro e l'altrettanta Necessità originaria dell'aurora, per così dire, della cosiddetta transtemporalità eterna. Chè poi la Natura umana nella sua essenza (Fisica), tra programma genetico (DNA) e evoluzione storica e sociale o memetica... Significanti parole in libertà letterali, liberi che caratterizzano la dimensione estetica in quanto tale. Non ultimo, e qua, l'ennesima visione di Marinetti (per dirla con lo stesso McLuhan) come antenna della specie (l'artista che capta e esplora il futuro, prima dei profani o degli eruditi) oggi chiaramenta confermata e attraversata da certa avanguardia del pensiero scientifico stesso: L'aeropoema di Gesù, senza dimenticare, certi suoi vagiti insiti anche nel futurismo eroico iconoclastico fin da diversi passaggi del manifesto del 1909 (colmo di nuovo mito senza mitologia, l'automobile meglio della Vittoria di Samotracia, "...l'entusiastico fervore degli elementi primordiali..", al passo con la mutazione degli archetipi di memoria junghiana ), annuncia per l'avvenire prossima, quell'evoluzione del bisogno di Dio come (s)oggetto di devozione .. sperato dallo stesso Einstein (oltre ancora a Jung e Freud) per una nuova religione cosmica, figlia della rivoluzione tecnoscientifica, capace di trascendere i limiti inevitabili delle religioni tradizionali, chè poi probabilmente quell'anello mancante per quest'ultima e oggi diciamo ecosistemico, quel salto quantico a-razionale fondamentale per concretizzare nei cuori dell'uomo moderno e già postumano, la grande utopia millenaria del Regno dei Cieli e poi della modernità stessa e della scienza liberatrice, e quindi poi pragmaticamente nei popoli e nelle società planetarie di oggi e del futuro. Ulteriormente e complementariamente, l'Aeropoema di Gesù, evoca eccome e proprio in tal senso, cristiano, la grande opera dello stesso Scienziato padre gesuita Pierre Teilhard de Chardin, considerato non a caso un precursore di Internet, l'evoluzione dell'umano troppo umano nella cosidetta Noosfera (Netsfera o il Regno della Macchina o ... ancora il Regno dei Cieli), il Cristo archetipo della Macchina divina e della scienza stessa trascendente oggi 3.0; certa stessa convergenza tra Scienza e Fede, lo stesso Jean Guitton di Dio e la Scienza, ancora Jung, certo Dante fanta-scientifico come ciberprofetizzava lo stesso McLuhan " L'integrazione psichica collettiva, resa infine possibile dai media elettronici, potrebbe creare l'universalità della coscienza prevista da Dante quando preconizzava che gli uomini avrebbero proseguito la loro vita come null'altro che frammenti spezzati finché non sarebbero giunti a unificarsi all'interno di una coscienza inclusiva. In senso cristiano, si tratta semplicemente di una nuova interpretazione del corpo mistico di Cristo; e Cristo, dopo tutto, è la massima estensione dell'essere umano"! (E non caso in una intervista su Playboy!, altro parallelismo dove in controluce il Marinetti iconoclasta e autore dell'eretico Aeroplano del Papa - è creativamente e "storicamente-esistenzialmente simbiotico", appunto, con il religioso "L'aeropoema di Gesù"). Luigi Tallarico, oltre a svelarsi egli stesso sulla scia di figure come Jung, Teilhard de Chardin, Jean Guitton e Marshall Mcluhan capaci di scoprire il divino nella Macchina e la Scienza, traccia esplicitamente tale revisione marinettiana in tali orizzonti sublimi.
Roby Guerra
INFO
https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Tallarico
http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=35076
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https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Tallarico
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