Se Maometto non è Maometto. Aspetti inediti dell'Islam.

Lasciamo da parte la visione contemporanea dell'Islam creata da
opposte sensibilità e ora precipitata in una proposta indecente ed
inaccettabile a causa di evidenti distorsioni della dottrina
musulmana. E' qui, invece, il caso di ritornare brevemente alla figura
del Profeta dell'Islam per alcune considerazioni non del tutto
improbabili. Maometto subì anni di persecuzioni e di sconfitte e non è
stato riconosciuto, almeno gli inizi,come profeta in patria. Ne
emerge, dunque, un'immagine che chi è cresciuto nel solco della
tradizione cristiana può comprendere e rispettare. Dopo l'hijra,
invece, Maometto divenne un leader di successo in campo non solo
spirituale, ma anche politico, ed è soprattutto per tale ultima
ragione che in Occidente si cominciò a diffidare di lui. Dal momento
che divenne un leader politico brillante e carismatico, che non
trasformò solo le sorti dell'Arabia, ma cambiò pure la storia del
mondo intero, i suoi critici (occidentali) lo hanno giudicato come un
volgare impostore che usò la religione come mero strumento per il
conseguimento del potere. Poiché la figura centrale del mondo
cristiano è rappresentata da Gesù crocifisso, il cui regno non è di
questo mondo, tendiamo a riconoscere nell'insuccesso e
nell'umiliazione le stimmate del leader religioso. E in genere si
respinge l'idea che i protagonisti della vita spirituale ottengano la
gloria del mondo terreno. In particolare (e non solo in subordine),
troviamo scandaloso e immorale che per ottenere la pace, il potere e
la vittoria Maometto abbia dovuto combattere. L'Islam, come discende
da tali motivazioni, è stato considerato la religione della spada,
quella religione che, abbandonando la spiritualità più pura ha
santificata il culto della violenza e dell'intolleranza. Si tratta di
una proposta dell'Islam, che lo perseguita, inevitabilmente. Anche ai
giorni nostri. Nella tradizione cristiana si riscontra una forte
tendenza a separare l'attività politica da quella religiosa, e in
Europa si è poi affermato il principio che Stato e Chiesa debbano
vivere separati. Ma l'esperienza cristiana non deve fungere da pietra
di paragone delle culture e delle religioni che si sono sviluppate in
contesti diversi. Quando Maometto portò la sua rivelazione alla
propria gente in Arabia, quest'ultima stava vivendo una fase di
irreversibile disgregazione, fuori del mondo civilizzato. A differenza
di Gesù, Maometto non ebbe la fortuna di nascere "allorché tutto il
mondo era in pace". Di qui nasce una riflessione inedita sulle origini
dell'Islam e del suo Profeta, che affronteremo in altra occasione, ma
che ci fa dire che Maometto, il più delle volte, non è il Maometto che
si conosce, con buona pace delle pericolose caricature che ne fanno
degeneri epigoni, come quelli del cosiddetto Califfato che si delinea
come un autentico flagello per la civiltà.
Casalino Pierluigi, 9.10.2015