Si tratta di un Nobel con il botto quello assegnato alla scrittrice
bielorussa Svetlana Aleksievic, donna dalla tempra inossidabile e
ostile ai leader forti dell'ex impero sovietico, a partire da Putin. I
libri di questa autrice originalissima si rifanno alle interviste che
negli anni ha raccolto tra quanti hanno vissuto e sofferto nella
quotidianità, creando un organico letterario corale e drammatico al
tempo stesso. Emergono dai libri della Aleksievic i dolori, le
sofferenze le piccole speranze e gioie di un'umanità minore, ma
molteplice e intrecciata nella storia maggiore. Una scrittura di
confine, dunque, tra generi letterari diversi, che muove dal disastro
di Cernobyl del 1986, passando dall'Afghanistan per giungere
all'Ucraina. Storie di eroi e di eroine dimenticate, sempre
provenienti dal basso, per lanciare un messaggio a chi regge le sorti
di quei paesi, ma anche a chi ne osserva dall'esterno i destini. Un
riconoscimento, quello dell'Accademia di Stoccolama, sia alla materia
che al modo di raccontarla.
Casalino Pierluigi, 10.10.2015
bielorussa Svetlana Aleksievic, donna dalla tempra inossidabile e
ostile ai leader forti dell'ex impero sovietico, a partire da Putin. I
libri di questa autrice originalissima si rifanno alle interviste che
negli anni ha raccolto tra quanti hanno vissuto e sofferto nella
quotidianità, creando un organico letterario corale e drammatico al
tempo stesso. Emergono dai libri della Aleksievic i dolori, le
sofferenze le piccole speranze e gioie di un'umanità minore, ma
molteplice e intrecciata nella storia maggiore. Una scrittura di
confine, dunque, tra generi letterari diversi, che muove dal disastro
di Cernobyl del 1986, passando dall'Afghanistan per giungere
all'Ucraina. Storie di eroi e di eroine dimenticate, sempre
provenienti dal basso, per lanciare un messaggio a chi regge le sorti
di quei paesi, ma anche a chi ne osserva dall'esterno i destini. Un
riconoscimento, quello dell'Accademia di Stoccolama, sia alla materia
che al modo di raccontarla.
Casalino Pierluigi, 10.10.2015