I 90 anni del Patto di Locarno: la fine di un'illusione.

A cura della città di Locarno è stata allestita, a partire dal 4
ottobre 2015 (con durata fino al 10 gennaio 2016), una mostra sui 90
anni del Patto noto appunto come Patto di Locarno, trattato
considerato dai più come il vero e proprio trattato di pace che sancì
la fine ufficiale della prima guerra mondiale. Il dibattito su
quell'evento storico resta peraltro aperto a distanza di quasi un
secolo, soprattutto in considerazione di quante speranze suscitò al
suo inizio e delle frustrazioni che generò nel momento del suo
fallimento. Il sistema di Locarno, per il cui successo si adoperarono
energie e intelligenze nel segno di una rinnovata diplomazia della
concordia che evitasse il ripetersi dei tragici errori di un recente
passato, rappresenta una felice parentesi nella storia del Vecchio
Continente, che si rivelò alla lunga, purtroppo una grande illusione.
Firmato il il 1°dicembre 1925, il trattato di Locarno segnò una svolta
negli anni tra le due guerre e come detto segnò la fine della prima
guerra mondiale, mentre il suo ripudio undici anni dopo segnò il
preludio della seconda. Se scopo di un accordo è di soddisfare tutti,
Locarno fu davvero un buon accordo. Soddisfaceva le due potenze
garanti (la Gran Bretagna e l'Italia), le quali avevano riconciliato
Germania e Francia,e portato la pace in Europa senza accollarsi
nient'altro che un obbligo morale, cioè una mera formula verbale. Una
delle strane conseguenze di questo trattato fu quella di impedire
un'alleanza militare tra la Gran Bretagna e la Francia finché esso
rimase in vigore. Tuttavia Locarno soddisfece anche i francesi ,
accettando la Germania di tenere la Renania smilitarizzata e di
perdere per sempre l'Alsazia-Lorena. Né la Gran Bretagna e né l'Italia
fecero mai alcunché per adempiere la loro garanzia, pur avendo
sottoscritto la promessa tedesca in tal senso, circostanza che
qualunque governante francese avrebbe accolto con gioia un simile
risultato. E soddisfatti potevano dirsi anche i tedeschi in quanto
saldamente protetti contro una nuova occupazione della Ruhr,
ritenendosi trattati da eguali e non come un nemico sconfitto; inoltre
gli stessi tedeschi conservavano la speranza di una revisione della
loro frontiera orientale. Uno statista tedesco del 1919 o del 1923 non
avrebbe avuto alcun motivo di lagnarsi delle decisioni di Locarno.
Locarno, per concludere, fu il massimo dell'appeasement tanto che Lord
Balfour definì, a giusta ragione, Locarno come "simbolo e causa di un
grande miglioramento nei sentimenti dell'Europa". Ciò nondimeno
qualche osservatore, citando una lettera di San Pietro, ebbe a
dichiarare:"Quando diranno pace e sicurezza, cadrà loro addosso la
rovina".
Casalino Pierluigi, Locarno, 2.10.2015