L'Islam sembra impermeabile ad ogni possibile cambiamento, salvo
qualche aspetto apparentemente marginale, ma significativo. Del
relativo immobilismo delle società musulmane si è scritto tutto e il
contrario di tutto, forse anche a sproposito, nonostante le evidenti
fenomenologie di crisi in atto. Ciò nondimeno ci sono elementi di una
qualche portata che aprono scenari nuovi anche in seno ad un mondo che
se da un lato sembra rinchiudersi in sé stesso in un pericoloso
appesantimento, dall'altro mostra segni di novità di un certo
interesse. Senza voler tornare sulle ripetute questioni dell'Islam
politico è qui il caso, invece, di affrontare un tema di diversa
natura, ma pur sempre centrale nelle società musulmane: quello della
diffusione del Corano e il ruolo che gioca in tale processo la
modernità. E la modernità, del resto, secondo l'esperienza di ciascuno
di noi, ha avuto (ed ha) effetti positivi (anche se non solo quello),
e ciò che è vero per noi è vero anche per le Scritture. Possiamo
muovere dal modo in cui la modernità ha avuto effetti positivi per le
Scritture, nell'universo islamico come altrove. I mezzi moderni
rendono possibile diffondere una Scrittura tra i credenti come mai
prima. Questa rivoluzione delle comunicazioni può non valere molto per
i bramini, da sempre impegnati a tenere segreti i Veda a buona parte
della società non braminica. Né per i cinesi, visto che già nel 745
l'imperatore pretendeva che in ogni casa ci fosse una copia del suo
commento a un semplice classico confuciano. Tra i monoteisti,
tuttavia, la modernità ha portato ad uno sviluppo assai positivo. Tale
cambiamento è stato determinato prevalentemente dall'invenzione della
stampa e oggi dell'informatica. Nel mondi islamico pre-moderno, ogni
copia del Corano doveva essere scritto a mano, compito che, per uno
scriba competente significava diversi giorni di lavoro. L'avvento
della stampa ha cambiato tutto e oggi con l'introduzione
dell'informatica i credenti elettronicamente attrezzati possono fare a
meno anche della stampa, perché il testo del Corano si può leggere su
Internet. La tecnologia moderna ha permesso di compiere grandi passi
in avanti anche dal punto di vista della disponibilità del Corano come
testo orale. Insieme ai progressi che hanno reso il Corano
materialmente più accessibile ai credenti musulmani, ci sono stati
altri mutamenti che hanno consentito agli stessi credenti di ricevere
il messaggio in modo proprio. Dal punto di vista dell'alfabetizzazione
di base, non si può dubitare che il mondo islamico odierno sia più
istruito di quanto sia mai stato in passato. E' vero che ancora alcuni
paesi musulmani hanno tassi di scolarizzazione tra i più bassi del
mondo, ma non è più un fatto insolito che metà della popolazione
possieda un certo grado di istruzione. E nella misura in cui il Corano
continua a far parte del programma scolastico elementare nei paesi
musulmani, i fedeli sono aiutati non soltanto da una maggiore
istruzione, ma anche da una maggiore familiarità con il testo. Tali
novità hanno comportato anche alcuni effetti qualitativi più sottili.
Comunque, come spesso accade in seguito al conflitto tra modernità e
tradizione,il testo coranico e la sua recitazione sono diventati più
uniformi di quanto non sia stato prima, a spese delle varianti locali.
Tali varianti non sono mai state considerevoli nel mondo islamico
tradizionale e non sono ancora del tutto scomparse; ma la tendenza è
innegabile. In Marocco, per esempio, la tradizione testuale
nordafricana sopravvive ancora nelle moschee, ma un invadente stile
mediorientale ha conquistato il mercato.D'altra parte l'Egitto detta
la moda, con effetto di omogeneizzazione. A tale effetto si aggiunge
anche la conseguenza della frammentazione. All'atto pratico ciò si è
verificato pochissimo, ma vale la pena, in ogni caso, di individuare
la linea di frattura, anche se non si tratta di una frattura settaria.
Infatti gli sciiti, soprattutto in Iran, partecipano alla stessa
tradizione di recitazione coranica dei sunniti. Si tratta piuttosto
di una frattura linguistica, considerata la diversità dell'arabo dalle
altre lingue musulmane. Il problema non è da poco ed è esacerbato dal
fatto che la modernità si preoccupa molto di più dell'intelligibilità
del testo coranico tra i credenti in generali. Tale spinosa ha
soltanto due soluzioni: o tutti i credenti imparano l'arabo o il
Corano deve essere tradotto. L'idea che l'arabo diventi lingua comune
è improbabile, se pur qualche tentativo, promosso ad esempio in
ossequio al nazionalismo locale, non ha avuto successo. Sino ad oggi,
infatti, il mondo musulmano non arabo dà pochi segni di voler adottare
l'idea di una Scrittura particolaristica alla maniera del
protestantesimo nel XVI secolo o del cattolicesimo nel XX e nel XXI
secolo.Ed è questo un altro problema serio dell'Islam.
Casalino Pierluigi, 12.10.2015
qualche aspetto apparentemente marginale, ma significativo. Del
relativo immobilismo delle società musulmane si è scritto tutto e il
contrario di tutto, forse anche a sproposito, nonostante le evidenti
fenomenologie di crisi in atto. Ciò nondimeno ci sono elementi di una
qualche portata che aprono scenari nuovi anche in seno ad un mondo che
se da un lato sembra rinchiudersi in sé stesso in un pericoloso
appesantimento, dall'altro mostra segni di novità di un certo
interesse. Senza voler tornare sulle ripetute questioni dell'Islam
politico è qui il caso, invece, di affrontare un tema di diversa
natura, ma pur sempre centrale nelle società musulmane: quello della
diffusione del Corano e il ruolo che gioca in tale processo la
modernità. E la modernità, del resto, secondo l'esperienza di ciascuno
di noi, ha avuto (ed ha) effetti positivi (anche se non solo quello),
e ciò che è vero per noi è vero anche per le Scritture. Possiamo
muovere dal modo in cui la modernità ha avuto effetti positivi per le
Scritture, nell'universo islamico come altrove. I mezzi moderni
rendono possibile diffondere una Scrittura tra i credenti come mai
prima. Questa rivoluzione delle comunicazioni può non valere molto per
i bramini, da sempre impegnati a tenere segreti i Veda a buona parte
della società non braminica. Né per i cinesi, visto che già nel 745
l'imperatore pretendeva che in ogni casa ci fosse una copia del suo
commento a un semplice classico confuciano. Tra i monoteisti,
tuttavia, la modernità ha portato ad uno sviluppo assai positivo. Tale
cambiamento è stato determinato prevalentemente dall'invenzione della
stampa e oggi dell'informatica. Nel mondi islamico pre-moderno, ogni
copia del Corano doveva essere scritto a mano, compito che, per uno
scriba competente significava diversi giorni di lavoro. L'avvento
della stampa ha cambiato tutto e oggi con l'introduzione
dell'informatica i credenti elettronicamente attrezzati possono fare a
meno anche della stampa, perché il testo del Corano si può leggere su
Internet. La tecnologia moderna ha permesso di compiere grandi passi
in avanti anche dal punto di vista della disponibilità del Corano come
testo orale. Insieme ai progressi che hanno reso il Corano
materialmente più accessibile ai credenti musulmani, ci sono stati
altri mutamenti che hanno consentito agli stessi credenti di ricevere
il messaggio in modo proprio. Dal punto di vista dell'alfabetizzazione
di base, non si può dubitare che il mondo islamico odierno sia più
istruito di quanto sia mai stato in passato. E' vero che ancora alcuni
paesi musulmani hanno tassi di scolarizzazione tra i più bassi del
mondo, ma non è più un fatto insolito che metà della popolazione
possieda un certo grado di istruzione. E nella misura in cui il Corano
continua a far parte del programma scolastico elementare nei paesi
musulmani, i fedeli sono aiutati non soltanto da una maggiore
istruzione, ma anche da una maggiore familiarità con il testo. Tali
novità hanno comportato anche alcuni effetti qualitativi più sottili.
Comunque, come spesso accade in seguito al conflitto tra modernità e
tradizione,il testo coranico e la sua recitazione sono diventati più
uniformi di quanto non sia stato prima, a spese delle varianti locali.
Tali varianti non sono mai state considerevoli nel mondo islamico
tradizionale e non sono ancora del tutto scomparse; ma la tendenza è
innegabile. In Marocco, per esempio, la tradizione testuale
nordafricana sopravvive ancora nelle moschee, ma un invadente stile
mediorientale ha conquistato il mercato.D'altra parte l'Egitto detta
la moda, con effetto di omogeneizzazione. A tale effetto si aggiunge
anche la conseguenza della frammentazione. All'atto pratico ciò si è
verificato pochissimo, ma vale la pena, in ogni caso, di individuare
la linea di frattura, anche se non si tratta di una frattura settaria.
Infatti gli sciiti, soprattutto in Iran, partecipano alla stessa
tradizione di recitazione coranica dei sunniti. Si tratta piuttosto
di una frattura linguistica, considerata la diversità dell'arabo dalle
altre lingue musulmane. Il problema non è da poco ed è esacerbato dal
fatto che la modernità si preoccupa molto di più dell'intelligibilità
del testo coranico tra i credenti in generali. Tale spinosa ha
soltanto due soluzioni: o tutti i credenti imparano l'arabo o il
Corano deve essere tradotto. L'idea che l'arabo diventi lingua comune
è improbabile, se pur qualche tentativo, promosso ad esempio in
ossequio al nazionalismo locale, non ha avuto successo. Sino ad oggi,
infatti, il mondo musulmano non arabo dà pochi segni di voler adottare
l'idea di una Scrittura particolaristica alla maniera del
protestantesimo nel XVI secolo o del cattolicesimo nel XX e nel XXI
secolo.Ed è questo un altro problema serio dell'Islam.
Casalino Pierluigi, 12.10.2015