DANTE E DE ANDRE’. LA LINGUA ITALIANA VA SALVATA CON LA LETTERATURA

  

 

Cosenza/Roma/slsi/agenzia studio/la lingua italiana/3otto. 2015 –


DANTE E DE ANDRE'. LA LINGUA ITALIANA VA SALVATA CON LA LETTERATURA, HA SOTTOLINEATO PIERFRANCO BRUNI NELLA SUA MAGISTRALE LEZIONE.

  


Salviamo la lingua italiana. Un incidere culturale più volte sottolineato da Pierfranco Bruni nella sua magistrale lezione sulla letteratura e il Novecento delle Avanguardie svolta con successo a Cosenza davanti a un folto pubblico.
Insistendo sulla questione linguistica, ha analizzato i linguaggi partendo da Dante Alighieri sino a toccare la poesia di Cesare Pavese, nella quale, Bruni, ha fatto filtrare la parola di Fabrizio De Andrè, di Luigi Tenco, di Franco Califano.

Nella loro poesia e nel loro linguaggio, ha detto ancora PIERFRANCO BRUNI, vi sono segni semantici e adesioni musicali della parola scavati tra la Vita Nova di Dante e le Poesie del disamore di Pavese.
Forme linguistiche che hanno rimandi, ma anche rivelazioni che segnano nel ritmo e nel contenuto una metafora che ha interessato lo Stil Novo e il Novecento ermetico e prima ancora futurista.

 Bruni, esperto di Novecento letterario, ha parlato di Dante attraverso Pound e Spoon River di De André mutuandolo da Lee Masters.
Magistrale la lezione di Pierfranco Bruni quando coraggiosamente ha legato Dante a De André. Tutta la ballata di De André ha richiami danteschi, ha precisato Bruni. Infatti è da anni che BRUNI porta avanti questi approfondimenti e scrivendo il suo saggio su De André nel 1999 dedica un percorso alla letteratura del Due-Trecento in un contesto tra parola e musica.
Concludendo la sua relazione, BRUNI ha invitato a rileggere la letteratura attraverso due impalcature : la metafisica e l'antropologia.
Aspetti che interessano Dante e i linguaggi del Novecento.