Versailles era morta. Tranne i francesi, tutti ne furono contenti, perché subentrava ad essa il sistema di Locarno, sistema che i tedeschi avevano accettato volontariamente e che altrettanto volontariamente Hitler aveva riaffermato. Gli inglesi mostrarono immediatamente il loro pensiero sul "fronte di Stresa", concludendo con Hitler un accordo segreto che limitava la marina tedesca (peraltro ancora quasi inesistente) a un terzo di quella britannica sulla base di considerazioni che apparivano non in sintonia con i trattati che le potenze di Stresa avevano appena sottoscritto. I francesi si lamentarono di questa intesa, significando che i tedeschi erano sul punto di capitolare, mentre gli inglesi gli fornivano nuovo slancio, disertando il fronte comune. Tale tesi, sostenuta dagli storici francesi, non trova alcun sostegno da parte germanica; e pare assai probabile che Hitler si limitasse ad attendere che il fronte di Stresa andasse in pezzi da sé. Anche questa volta Hitler aveva visto giusto, in quanto il convegno di Stresa lungi dal stabilire una solida alleanza per scongiurare l'aggressione, dischiuse la via non solo verso la fine di tale alleanza, ma addirittura mandò all'aria la stessa Società delle Nazioni e il suo sistema di sicurezza collettiva. Questi avvenimenti fecero perno sull'Abissinia. Il corso di quegli eventi è chiaro esternamente, ma resta piuttosto oscuro, se non misterioso, il loro sfondo e significato. L'Abissinia era un antico oggetto delle mire italiane e teatro della loro catastrofica sconfitta ad Adua nel 1896. D'altra parte Francia e Gran Bretagna avevano riconosciuto che la regione rientrava nella sfera degli interessi italiani. Molte sono le congetture che potrebbero spiegare l'intervento di Mussolini in Abissinia e non è qui il caso di discuterle. Ad ogni modo, per motivi tuttora pienamente spiegabili, Mussolini decise nel 1934 di conquistare l'Abissinia, Laval, in visita a roma nel gennaio del 1935, ansioso com'era di guadagnare Mussolini al fronte anti-tedesco, gli fu senza dubbio generoso di incoraggiamenti. Secondo qualche versione Laval si pronunciò apertamente a favore delle ambizioni italiane, mentre, secondo altre versioni, egli prese posizione a favore del Duce in seno alla Società delle Nazioni, per ottenere il riconoscimento da Roma del controllo del Marocco da parte della Francia. Esistono anche altre e meno attendibili, se non false, versioni, tra le quali quella che vuole la Francia tesa a non ostacolare i rifornimenti di petrolio all'Italia in caso di sanzioni. Circostanza che comunque Laval, nel gennaio 1935, non poteva assolutamente conoscere. Probabilmente Laval si limitò ad incoraggiare Mussolini solo per averlo amico. Il convegno di Stresa consentì a Mussolini di tastare il polso agli inglesi, anche se ad oggi è impossibile dire se lo abbia fatto sul serio. Dopo diversi accertamenti, tuttavia, gli inglesi affermarono che il movimento di armi italiane nel Mar Rosso non minacciavano gli interessi inglesi nell'area. L'unico punto dolente era che l'Abissinia faceva parte della Società delle Nazioni e gli inglesi non volevano che si ripetessero gli stessi problemi causati dall'azione giapponese in Manciuria. Gli inglesi, in realtà, intendevano conservare la Società delle Nazioni come strumento di coercizione e di conciliazione nei confronti della Germania. La propaganda per la Società delle Nazioni e per la sicurezza collettiva era al culmine. Le congetture su congetture sul seguito degli avvenimenti sono tante, ma si sa che i diplomatici italiani erano disposti ad accettare le proposte inglesi di compromesso, anche a vantaggio dell'italia, per evitare l'aggressione all'Abissinia, mentre Mussolini era ansioso di attaccare il Paese africano. Nel settembre del 1935, sir Samuel Hoare, nuovo ministro degli esteri inglese, si pronunciò a difesa della sicurezza collettiva e contro ogni violazione della libertà dei suoi membri. Il contesto globale non era schierato, ma in seno alla Società delle Nazioni la situazione era debole. Anche se i francesi non potevano litigare con gli inglesi, Laval era sgomento del crollo del fronte di Stresa. La Francia applicò le sanzioni, ma assicurò che, e questo dopo l'incontro di gennaio, i rifornimenti petroliferi all'Italia non sarebbero venuti meno. Altre e non poche furono le considerazioni britanniche in ordine al piano italiano contro l'Abissinia, non ultima quella che i militari inglesi, in fondo ammiravano Mussolini e non avevano grande stima del sistema della Società delle Nazioni e della Conferenza ginevrina sul disarmo. Nessuno voleva correre il rischio di una guerra e in Inghilterra le cose andavano cambiando rapidamente e non solo dal punto di vista politico. Le nazioni vincitrici della prima guerra mondiale non intendevano creare le premesse di una seconda, ma alla fine l'affare abissino(ma non solo quello) aprì le porte ad un'involuzione progressivamente drammatica, se pur silente, della situazione internazionale. Le ombre di un nuovo spaventoso conflitto si addensavano nei cieli d'Europa e del mondo.
Casalino Pierluigi, 26.05.2015