PACE PER SEI MESI. LA CONFERENZA DI MONACO

La conferenza di Monaco voleva segnare l'inizio di una nuova epoca nella vita europea. Il sistema di Versailles del 1919 era morto e sepolto. Nelle intenzioni dei protagonisti della Conferenza di Monaco doveva prendere il posto di un equilibrio superato, con una miglior prospettiva di stabilità nel Vecchio Continente. Avrebbe dunque avuto inizio un sistema nuovo, basato sull'eguaglianza e sulla fiducia reciproca fra le quattro grandi potenze europee. Chamberlain disse che si trattava della "pace del nostro tempo". Hitler, da parte sua, ebbe a dichiarare che "non ho più richieste territoriali in Europa". C'erano ancora grosse questioni sul tappeto e molte erano le situazioni internazionali insolute (la guerra civile spagnola non era ancora terminata e la Germania non aveva riavuto il suo impero coloniale, mentre più avanti erano da risolvere i problemi degli armamenti e quelli economici), ma la convinzione era quella di un primo passo verso la pace. Si era dimostrato che la Germania poteva conseguire con negoziati pacifici la posizione alla quale le davano diritto le sue risorse. Il grande ostacolo era stato felicemente superato: il sistema direto contro la Germania era stato infatti smantellato con l'accordo e senza la guerra. Eppure nello spazio di sei mesi si veniva costruendo contro Berlino un nuovo sistema e nello spazio di un anno Germania, Francia e Gran Bretagna erano in guerra. Fu dunque Monaco un inganno fin dall'inizio e la cosa più paradossale che tutti gli stessi protagonisti di quell'evento dichiararono di esserne convinti già da subito. Per la Germania era stato solo una tappa di avvicinamento, mentre per Francia e Inghilterra si era trattato solo di un espediente per prendere tempo e fronteggiare il riarmo tedesco. In realtà nessuno fu così lungimirante come affermò poi di essere stato. I francesi furono quelli che cedettero di più, preferendo alla grandeur una resa ignobile, mentre gli inglesi, in modo più complesso, anzi più pratici, preferendo cedere in attesa di rafforzarsi e riconoscendo alla Germania il diritto morale (principio di nazionalità) nei confronti dei tedeschi sudeti. Molti altri reiterati equivoci vennero successivamente alla luce e contribuirono a far precipitare la situazione verso la catastrofe.
Casalino Pierluigi, 23.11.2014