Marx e i robot: verso il regno della libertà

Articolo certamente interessante, pure  neppure in ottica marxiana ecosostenibile parafrasando e provocando anche intenzionalmente: Ma davvero vedere la CRISI come una opportunità  è oggi neppure utopia ma fantaeconomia, soprattutto quando la Crisi è anche psicosociale, sinapsi attardate e incapacità di nuove visioni forti sistemiche delle cosiddette Classi dirigenti , e soprattutto (ma è un feedback misconosciuto...) almeno parzialmente causata dallo spreco di risorse possibili, non inesistenti, siano esse appunto una disorganizzazione antiscientifica della produzione sia la POLITICA COME MONDO DI LADRI E PRIVILEGI; testimoniati una volta di più in queste ore dal rifiuto dei sedicenti dipendenti pubblici del Parlameno e del Quirinale vari di tagliarsi stipendi e magari vitalizi vero e proprio insulto a ormai 10 milioni di disoccupati italiani..
In breve i Robot imminenti ... tagliano posti di lavoro umanii?  Era ora, vogliamo lasciare operai ecc  per l'eternità nelle fabbriche ecc, alienati e reificati vita e generazioni natural durante?  Ma il caro "giovane" Marx che auspicava il socialismo e il progresso per un decoroso e umano Regno della Necessità, non immaginava, pure, il Regno della Libertà, la liberazione dal Lavoro  grazie alle tecnologie futuriste, all'epoca appena intraviste (ovviamente)?
Nota di Asino Rosso


Che la rivoluzione tecnologica implichi un pesante impatto sul mondo del lavoro non è una novità. Da vent'anni ne ha scritto Jeremy Rifkin (La fine del lavoro), da quindici Bill Joy, il cervello di Sun Microsistem ribattezzato il "Thomas Edison di Internet" (nel 2000 su Wired lo profetizzò in Perché di Enrico Marro - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/Fsi15O