L'avventura coloniale italiana in Libia nelle memorie di Maurice Bompard, diplomatico francese di alto rango.

Il 29 agosto 1902 Maurice Bompard era stato inviato a San Pietroburgo in qualità di ambasciatore della Francia alla corte dello zar di Russia. Durante la sua missione in quel Paese, Bompard era stato spettatore di eventi tragici e turbolenti. Con  l'acutezza della sua analisi previde, in quell'occasione, le conseguenze degli avvenimenti in corso che, com'è noto, portarono alla caduta dello zar, alla rivoluzione del 1917 e alla nascita della Russia dei Soviet. Bompard restò in Russia fino al 10 febbraio 1907, anche se lasciò definitivamente il suo incarico il 23 marzo 1908. Il 5 giugno 1909, Maurice Bompard fu nominato ambasciatore a Costantinopoli. Nella titolarità del suo nuovo ufficio, egli andò a confrontarsi con quella questione d'Oriente che è sempre stata ed è ancora oggi (come dimostrano gli eventi attuali in Siria e in Iraq) l'incubo delle diplomazie e della politica internazionale da epoche immemori. Bompard la definì, da parte sua, una sorta di "vaso di Pandora" che non è mai stato ermeticamente chiuso, rivelandosi un'autentica, ricorrente maledizione in grado di turbare i sonni dell'Europa, con la sua capacità di generare fuoco e sangue. La prova del nove di tale analisi si ebbe dopo la Conferenza di Sanremo che decise il destino degli ex territori Ottomani. Come aveva avuto modo di fare in Russia, Bompard, anche in Turchia, grazie alla sua intuizione e chiarezza di analisi. riuscì a calcolare la deriva degli avvenimenti successivi. Le condizioni nella quali si trovarono i Turchi al Congresso di Berlino e a quello di Parigi non furono, infatti, identiche. L'impero Ottomano, che alcun freno non arresterà più nel suo declino, si avvierà fatalmente alla sua fine. Fu in quella circostanza che Bompard assistette agli sviluppi diplomatici e militari del 1911-1912, ma anche quelli precedenti, che videro l'Italia porre piede sulla quella che il Fascismo definì più tardi la "quarta sponda". "Da lungo tempo l'Italia, scrive Bompard nelle sue memorie, è mossa dal desiderio di costituire un importante impero coloniale. Sono cinquant'anni che ha messo gli occhi sulla Tunisia e non giurerei che non abbia rinunciato al suo progetto di venirne padrona. Il malcontento provocato nella Penisola dalla creazione del Protettorato francese in Tunisia nel 1881 era stato visto come la causa scatenante dell'entrata di Roma nell'alleanza con la Germania e l'Austria-Ungheria. Dopo  la sua delusione per l'affare tunisino,  l'Italia si era rivolta verso l'Etiopia, anche la sua impresa si scontrò con una resistenza più dura del previsto, che, al momento (in cui scrive Bompard) non si ancora scoraggiata. In seguito l'interesse dell'Italia si è orientato sulla Tripolitania che rappresenta nel Mediterraneo meridionale la controparte  dell'Italia, come gli Stati barbareschi lo sono per la Francia. Il progetto (italiano) era audace  perché la Tripolitania faceva parte della Turchia e, per conseguenza, era coperto dal principio dell'integrità dell'impero Ottomano; arrecarvi una modifica avrebbe sollevato tutta la questione d'Oriente. L'Italia non arretrava nella sua politica, ma comprendeva presto che avrebbe dovuto portare avanti il suo piano con una miglior preparazione diplomatica e militare. A tale scopo, nel 1902, aveva chiesto ed ottenuto da Parigi, in cambio della sua non interferenza in Marocco, il via libera della Francia nell'operazione. La Russia prendeva un analogo impegno in considerazione della non adesione dell'Italia al piano di Isvolsky a proposito degli Stretti. L'alleanza con gli Imperi Centrali, Germania ed Austria Ungheria, infine, garantiva all'Italia un miglior esito dell'impresa in Nord Africa. Quanto nel 1911, il governo Ottomano, fece violenza alla popolazione cristiana in Macedonia di tutti i riti, razze ed obbedienze, creandosi grossi problemi in seno e fuori dei confini Ottomani,le autorità italiane giudicarono il momento favorevole per l'intervento militate in Tripolitania, preceduto da una dichiarazione di guerra alla Turchia il 29 settembre 1911. Il 5 ottobre l'Italia procedette all'annessione di Tripolitania e Cirenaica. La guerra di Libia provocò ripercussioni antiturche con movimenti diplomatici slavi, sotto, l'egida della Russia.". Fin qui il racconto di Maurice Bompard. Ma altre e ben più interessanti sono le memorie diplomatiche di questo lucido analista di cose internazionali della prima metà del XX secolo.
Casalino Pierluigi, 26.11.2014