PRESENZE ARABE ED EBRAICHE IN DANTE

Finalmente da qualche anno studiosi di varie discipline hanno cominciato ad esaminare seriamente la questione delle cosiddette fonti ispiratrici di Dante e della sua Divina Commedia. L'analisi delle presenze arabe ed ebraiche, in particolare, nelle opere dantesche e soprattutto nel pensiero del Sommo Poeta si fa più frequente. Nel corso dei decenni successivi alla comparsa della rivoluzionaria tesi di Asìn Palacios sul parallelo tra l'escatologia islamica e quella dantesca, gli studiosi che si erano avvicinati ad un tema così suggestivo, per approfondire ricerche e formulare ipotesi, avevano lavorato con risorse limitate e scarsa fortuna, oltre che con la scarsa considerazione, se non l'opposizione, da parte della critica ufficiale e della tradizione accademica. Oggi la situazione è radicalmente mutata, sia sul piano dei pubblici finanziamenti degli studi danteschi, che su quello della valorizzazione di energie intellettuali impegnate in un compito di rilevante interesse. Nell'ambito di tale nuovo indirizzo dell'ermeneutica dantesca, che sottolinea l'esigenza di una più meditata e comparata valutazione delle origini extraeuropee e di quelle classiche e cristiane delle opere di Dante, si è aperto un nuovo capitolo dagli sviluppi imprevedibili sul piano della dantistica e non solo. Vengono ora decisamente affrontate le connessioni con diversi filoni simbolici ed esegetici. Tale ricerca rinvia ad una base neoplatonica fondata su comuni letture e meditazioni mistiche ebraiche e islamiche. Sull'influenza islamica già molto si è detto, anche se ulteriori elementi di analisi stanno emergendo dopo le riflessioni di Maria Corti e da ultimo di Luciano Gargan. Si avvia ormai, dunque, un percorso interpretativo anche in chiave ebraica del massimo rilievo. L'esame dello stilnovo  come processo inteso a riprendere i luoghi platonici e neoplatonici di stampo sapienziale (in contemporanea con la riscoperta delle stesse istanze neoplatoniche presenti nel pensiero mistico iranico e islamico-iranico), ricorrendo alla qaballah come metodo di esegesi della Commedia, diventa tema centrale in questo itinerario che conduce ad un vasto cosmo di pensiero. Un primo gradino della scala mistica indirizzata verso il Supremo Amore. Una stagione ricca di spunti inediti, molteplici e straordinari si apre davanti a noi. Un argomento sul quale non si mancherà di tornare in futuro.
Casalino Pierluigi, 28.10.2014