sabato 18 ottobre 2014, 18:11 di Caterina Lenti
Una casa fai da te scaricabile da Internet, stampabile in 3D e dai costi contenuti per fronteggiare la crisi degli alloggi a Londra e in Europa in generale? Esiste, si chiama Wikihouse 4.0 ed ha tutte le caratteristiche per diventare l'abitazione del futuro. Il progetto Wikihouse 4.0 è stato presentato al London Designer Festival 2014 da Arup, Zero Zero e The Building Centre: si tratta di una graziosa casetta prefabbricata in legno, a 2 piani, che misura 68 metri quadrati e si può costruire senza coinvolgere (e pagare) squadre di ingegneri, architetti e muratori. Bastano infatti solo pochi volontari e 8 giorni di tempo per assemblare le componenti, fabbricate utilizzando una forma di stampa tridimensionale.
Cosa fare, dunque, per realizzare la casetta che si monta come uno scaffale senza grossi sforzi? Occorre cliccare sul sito di Wikihouse ed acquistare il modello della casa scelta, per poi scaricarne i disegni, stamparne i pezzi in 3D e montarli …il tutto al costo di 62 mila euro. I piani di costruzione possono essere personalizzati dagli utenti tramite SketchUp, mentre con una macchina CNC (Computer Numerical Control), i pezzi possono essere digitalmente stampati su un foglio di normale materiale (es. legno compensato) e la struttura portante assemblata da persone senza formazione in campo edile . Il telaio deve poi essere rifinito con rivestimento, isolamento, cablaggio e impianto idraulico prima di rendere la Wikihouse abitabile. Il protipo, che si è materializzato in poche ore a due passi dal British Museum, nel centro di Londra, ha voluto dimostrare che tutti, senza essere dotati di particolari competenze, possono mettere in piedi una casetta confortevole a prezzi accessibili. Lo stesso Alastair Parvin, co-progettista di WikiHouse, ha detto: "Quello che stiamo cercando di fare con questa installazione è stimolare l'immaginazione della gente su come la tecnologia può ora permettere quasi a chiunque di costruirsi la propria casa su misura, senza la necessità di competenze di costruzione convenzionali", aggiungendo: "Noi non crediamo che WikiHouse sia l'unica soluzione alla crisi immobiliare attuale". Secondo Parvin: "Dall'inizio della rivoluzione industriale l'idea dominante è stata il presupposto che se vogliamo produrre case bisogna dotarci di grandi organizzazioni che le costruiscono per nostro conto".
Egli sostiene che questo approccio tradizionale è messo in discussione da "il potere del web e la forza di fabbricazione digitale" e che le nuove tecnologie "non solo hanno il potenziale per cambiare il modo in cui costruiamo, ma anche chi costruisce". Il progetto open source in questione, rivolto sia ai mercati emergenti che a quelli in via di sviluppo, con le sue varie parti assemblate insieme imitando un puzzle, semplicemente con l'aiuto di qualche volontario munito di viti e bulloni, potrebbe davvero rappresentare il nostro futuro abitativo. Tra i punti a favore, la struttura leggera, ideale per essere smontata e riutilizzata e la forma delle pareti, fatte in modo da avere una cavità naturale all'interno che può essere riempita con materiale di isolamento.
asino