MSN COM NEWS
Napolitano assegna l'incarico a Renzi
Dopo essere stato in America più di una volta – una delle ultime per partecipare alla convention democratica di Charlotte, in North Carolina (guarda il video) – ora Renzi cerca l’abbraccio di Obama. Gode di ottimi rapporti con alcuni importanti think-thank, ad esempio il Center for American Progress vicino ai Clinton, e può vantare un forte legame con la Fondazione Kennedy. In Italia l’ambasciatore Usa John Philips e il suo predecessore, David Thorne (ora nello staff del segretario di Stato Usa John Kerry) stimano molto il sindaco-rottamatore e alcune volte sono andati a trovarlo nell’amata Toscana. Legami che, sicuramente, torneranno utili al nuovo presidente del Consiglio. Se per essere ricevuto alla Casa Bianca dovrà aspettare ancora un po’, il primo incontro con Obama avverrà a fine marzo, quando Obama sarà in Italia e ha già in programma un incontro con il Papa, con Napolitano e con il capo del governo.
Tra i sostenitori di Renzi figurerebbe anche Michael Ledeen, storico e giornalista vicino ai repubblicani (presente alla Casa Bianca durante il colloquio telefonico tra Reagan e Craxi nel pieno della crisi di Sigonella, autunno 1985). Tempo fa il “New York Post” scrisse che tra gli ammiratori del sindaco di Firenze c’erano anche alcuni ambienti della destra repubblicana, vicini alle lobby pro Israele e pro Arabia Saudita. Amicizia confermata anche da altri nomi vicini a Renzi: Yoram Gutgeld, Marco Carraie Marco Bernabè. Nel pieno della bagarre elettorale in casa Pd Sposetti insinuò che dietro i finanziamenti milionari a Renzi ci fosse Israele e la destra americana”. E D’Alema definì Renzi il terminale di “quei poteri forti che vogliono liquidare la sinistra”. Insomma, per il vecchio Pci dopo il Craxi degli anni Settanta-Ottanta ora la sinistra italiana avrebbe dovuto fare i conti con un altro “amerikano”.