Matteo Renzi verso i 40 come Presidente del Consiglio: festeggia intanto in bicicletta lavorando per l'Italia

11 gennaio....

Compleanno di lavoro per Matteo Renzi che ha passato quasi tutta la giornata in Palazzo Vecchio. Poco dopo le 15 il sindaco e segretario del Pd, che oggi compie 39 anni, è arrivato in bicicletta a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione Toscana, dove è stato a colloquio per quasi un’ora e mezzo con il presidente della giunta Enrico Rossi prima di rientrare in ufficio. Tanti i messaggi di auguri arrivati a Renzi sui social network, via sms, ma anche al telefono. A molti il sindaco ha già risposto.

http://www.gonews.it/2014/matteo-renzi-compie-39-anni-giornata-comunque-densa-di-impegni-per-il-neo-segretario-pd/#.UtNcCLSOfiE

 

Matteo Renzi: “Il governo deve cambiare passo”


Intervistato da Aldo Cazzullo sul ‘Corriere della Sera’, in edicola oggi, il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha sostenuto: “La popolarità del governo è ai minimi, non ci sono più le larghe intese, né l’emergenza finanziaria. Se uno mi chiede cosa ho fatto da sindaco in questi undici mesi, so cosa rispondere: piazze, asili, pedonalizzazioni. Se mi chiedono cos’ha fatto il governo in questi undici mesi faccio più fatica a rispondere. Per questo motivo bisogna cambiare passo”.

Rispetto alla disoccupazione giovanile, il leader Pd ha ricordato: “Su Twitter ho visto un vecchio manifesto del Pd. Dicevamo allora: ‘La disoccupazione giovanile è al 29%; Berlusconi dimettiti!’. Oggi siamo al 42 e governiamo noi. Quindi bisogna avere il coraggio di dire che qualcosa non funziona. Il mondo sta correndo. Nell’ultimo trimestre del 2013 gli Stati Uniti sono cresciuti del 4%. L’Italia è ferma”.

Poi commentando le divisioni all’interno del centrodestra, Renzi spiega: “In Piemonte, Basilicata, Sardegna si presentano alle elezioni insieme, come in quasi tutti i quasi quattromila Comuni in cui si voterà in primavera. Non basta dividere la destra, bisogna governare il Paese”. E sferza il premier Letta: “Enrico non si fida di me, gliel’ho detto l’altro giorno. Ma sbaglia. Io le cose le dico in faccia. E sono le stesse che dico in pubblico: non uso due registri diversi. Impareremo a conoscerci. Ma ora è importante finalmente mantenere gli impegni e realizzare le promesse”.

Renzi preme ancora sul governo: “Non può andare avanti così. Più decisi, più concreti, più rapidi nelle scelte. Anche per questo il Pd proporrà che il contratto di coalizione, Impegno 2014, non sia un documento scritto in democristianese, con il preambolo e frasi arzigogolate”. Infine lancia la sfida: “Saranno quindici giorni decisivi. Dobbiamo votare la legge elettorale. Trasformare il Senato nella Camera delle autonomie, senza elezione e senza indennità. Abolire le province. Tagliare un miliardo di costi della politica: un tema su cui sto ancora aspettando la risposta di Grillo. Se avviamo queste riforme, la politica italiana darà il buon esempio”.

Dura poi la critica ad Angelino Alfano: “Ognuno di noi, quando a scuola il professore lo interrogava e non aveva studiato, aveva il suo argomento a piacere. Il mio era la seconda guerra mondiale. Quello di Alfano sono le nozze gay: se si trova in difficoltà su qualcosa lancia un’agenzia su questo tema e “mette in guardia” da questa sinistra pericolosa. Io non parlo di matrimonio gay. Parlo di unioni civili. Siamo l’unico Paese dell’Occidente a non avere una legge che le riconosca. La faremo”.

Il segretario del Pd in conclusione spiega così la necessità di un incontro coi leader dell’opposizione: “Berlusconi è il leader del principale partito d’opposizione insieme a Grillo. Se serve, lo incontrerò. Per il momento non ne vedo la necessità, proprio perché ancora non ci siamo. Ma non accetto di escludere Forza Italia dalle riforme. Le regole si scrivono insieme anche alle opposizioni e non hanno senso i veti. Di solito mette i veti chi non ha i voti”.

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