Violante eretico e clamoroso: smonta la sinistra giustizialista

Roma - È un sigillo e arriva da dove non te lo aspetti. Giustizia? No, vendetta politica. Luciano Violante da tempo vive nel Pd da eretico.










Quello che dice adesso varrà per molti suoi compagni di partito come una bestemmia capitale. «Il mio partito non ha garantito i diritti di Silvio Berlusconi». Violante è seduto accanto a Gaetano Quagliariello, nell'aula Toti della Luiss. Stanno presentando il libro di Giovanni Orsina Il berlusconismo nella storia d'Italia. Ci sono vent'anni di storia in ballo, gli ultimi e per molti forse è arrivato il momento di fare i conti. Non è più politica, è quasi storia. Non è polemica sul presente, ma un modo per guardarsi in faccia e riconoscere quello che è stato. Solo che Violante parte dalla fine, dagli ultimi giorni, dal voto sulla decadenza al Senato, da Berlusconi cacciato dal Parlamento. È un atto d'accusa contro la cultura che si respira nel partito democratico. La frustrazione che porta al risentimento. La voglia di liquidare e buttare fuori dal gioco della politica l'ingombrante e fastidioso avversario. La libertà individuale messa da parte, come un valore marginale, periferico, da sacrificare ancora una volta sull'altare della «ragione di partito». Quel giocare con le regole, personalizzandole. La distruzione dell'uomo di Arcore val bene una messa. L'idea che a un certo punto, quando non si trova altra via per batterlo, si può anche giocare un po' sporco. Ed è la sconfitta della politica.

Violante scandisce con calma le parole: «Silvio Berlusconi aveva il diritto di difendersi davanti alla giunta per le immunità del Senato. Un partito come il Pd che non è capace di garantire i diritti dei suoi avversari non è credibile». Troppa fretta, troppa foga, con la sensazione che tutto fosse già scritto. Questo atteggiamento sarà il peccato originale della futura, ipotetica, terza repubblica. È di nuovo il frutto di una crisi politica e istituzionale non risolta. È non riconoscere il voto di dieci milioni di berlusconiani, non legittimati, trattati come un'anomalia, uno scherzo della storia. «È grave - dice Violante - che alcuni senatori abbiano espresso il loro orientamento prima di aver consultato tutti i documenti a loro disposizione».

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