Future Shock 62 on line

Attualità del monito


di Pericle agli Spartani


È stato pubblicato online il n.62 (febbraio 2013, pp.84) di FUTURE SHOCK, l'unica rivista al mondo di fantascienza umanistica e cristiana. È nata nel maggio del 1986. Ha tra i suoi collaboratori Elettra Bianchi, Rino Casazza, Marino Cassini, Cristina Bellon, Antonio Gaspari, Vincenzo Garzillo, Giovanna Jacob, Enrico Leonardi, Fabio Massa, Elisabetta Modena, Guido Pagliarino, Luigi Picchi, Emanuele Strano.


SOMMARIO


Scriveva Erich Fromm in Psicoanalisi della società contemporanea (1955): "Il pericolo del passato era che gli uomini diventassero schiavi. Il pericolo del futuro è che diventino robot". Per evitare il rischio paventato dallo psicoanalista tedesco, la strada da seguire è, secondo noi, la realizzazione dell'umanesimo sapienziale-scientifico, tema che, in questo numero di "Future Shock", l'unica fanzine esistente in Italia di fantascienza umanistica, è affrontato da tre angolature diverse: epistemologica (Marcello Landi, Dio esiste. Oppure sì?), psicopedagogica (Antonio Scacco, Scrittori italiani di fantascienza per ragazzi, p.1a) e letteraria (Guido Pagliarino, Frankenstein o il moderno Prometeo).
Fanno da pendant a questa pista di lettura i racconti di Antonio Benvenuti (L'esperimento), di Rino Casazza (I crocevia del tempo, p.1a), di Emanuele Strano (I ricercati di Denask) e le poesie di Luigi Picchi (Polo Celeste e Kosmos). Infine, la necessità di umanizzare la nostra società è ribadita nel nostro editoriale, La sciagura di non amare la cultura umanistica, dove, citando il discorso ammonitorio di Pericle agli Spartani, si denuncia "il pericolo di una decurtazione permanente di ciò che l'uomo è e deve essere".
Concludono il numero le rubriche delle recensioni librarie e filmiche, delle notizie e delle lettere, in una delle qual così rispondiamo: "Oggi, l'idea più diffusa della scienza è che si tratti di un'impresa meramente tecnicistica, ma è un errore! In realtà, come dimostrano studi accurati e testimoniano i grandi scienziati (Max Born, Albert Einstein, Werner Heisenberg, ecc.), la scienza è un'attività tipicamente umana e umanizzante. Tuttavia, se essa, da un lato, è umanistica perché ubbidisce, con gli strumenti che le sono propri, al comando impresso sul frontone del tempio di Apollo delfico: gnothi seautòn (conosci te stesso), dall'altro, sono presenti in essa alcuni meccanismi che se incontrollati possono farla degenerare in fattore di disumanizzazione: specialismo e scientismo. La scienza, insomma, da sola non basta ad umanizzare l'uomo. Occorre il contributo degli altri rami del sapere: filosofia, arte e, in primis, della religione".
Tanti auguri di un Santo Natale e di un sereno Anno Nuovo.


Antonio Scaccoisaac-asimov