9 dicembre Ferrara e l'Italia blackout contro l'Animal Farm della casta politica

1426607_1413040825599575_318687870_n9 dicembre l’Italia si ferma” recita il titolo del comunicato ufficiale di un omonimo coordinamento nazionale (con un nucleo anche a Ferrara) rappresentante gli italiani, per così dire, insoddisfatti dalla situazione economica del Paese. L’iniziativa vede riunite diverse organizzazioni, tra le quali il Movimento Forconi, il Movimento autonomo autotrasportatori, il Co.Spa.

Il web e le piattaforme dei social media virtuali -Facebook su tutti, ma anche qualche blog- si confermano ancora una volta come nuovo spazio per scambiarsi idee e provare a metterle in pratica: questa volta dal social blu dovrebbe addirittura partire una rivoluzione o, per usare le parole degli organizzatori, “l’inizio della fine… per i parassiti”. Non ci sono colori politici a tingere gli slogan degli aspiranti rivoluzionari, di sicuro c’è un forte richiamo nazionalista in ogni proclama dove non si esita a specificare che a muoversi dovranno essere gli italiani. Obiettivo dichiarato sembra essere la classe politica, più volte apostrofata con epiteti non proprio lusinghieri.

Ferrara dovrebbe fare la sua parte, il gruppo locale che vuole rappresentare “l’Italia che produce di qualsiasi settore” è coordinato da un imprenditore, Giovanni Giunta, a cui sembrano essersi aggiunti altri insoddisfatti riunitisi il 30 novembre scorso al bar Vienna di via Bologna per decidere le strategie della manifestazione del 9 dicembre in cui, a detta loro, l’Italia si dovrebbe fermare e dare vita, secondo alcuni partecipanti, “alla più grande protesta popolare della storia italiana per liberarci una volta per tutte da questa classe politica corrotta e non eletta”

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