Roberta Lo Savio: "Pianta Grassa" (La Carmelina, 2013), intervista


Roberta Lo Savio  Taranto 20 anni  Pianta Grassa   Edizioni La Carmelina (2013, Ferrara-Roma)



Da dove nasce l'amore per la scrittura?

 

 
L'amore per lo scrivere nacque nel momento in cui le mie sofferenze arrivarono al limite, ricordo ancora la sera in cui presi carta e penna e decisi di scrivere tutto quello che mi portava sofferenza tirando fuori conclusioni che avrebbero potuto aiutarmi ad affrontare la vita, quel giorno capii che quello che stavo per fare si sarebbe ripetuto. Inizialmente erano soltanto piccoli sfoghi di qualche riga, col passare del tempo diventarono sempre più corposi e "Pianta Grassa" è il risultato di tutti quei piccoli sfoghi che sono stati messi insieme come un grande mosaico. L'amore per la scrittura lo devo alla sofferenza e alle continue emozioni che riescono a darmi le parole scritte, pronunciate, lette, sentite e riascoltate, ma lo devo anche alle persone.



Perché hai scelto un genere così difficile?
 

 
In realtà non mi sono messa a pensare quale poteva essere il mio genere, non ho fatto alcuna scelta perché all'inizio non avevo la più pallida idea di quale sarebbe potuto essere il risultato. Pagina dopo pagina ho scoperto quale fosse, se non proprio all'ultimo punto grammaticale dell'ultima pagina. Credo che non esistano generi semplici o complicati, ognuno ha il proprio modo di vedere le cose e di esprimerle, è del tutto soggettivo a mio parere. Credo che se partiamo con il presupposto di scrivere qualcosa che debba appartenere per forza ad un genere che magari ci piace leggere, non sempre il risultato è come ce lo siamo immaginato, per questo penso sia importante non crearsi troppi schemi e impostazioni mentali, potremmo correre il rischio di non riuscire a tirare fuori il genere a cui apparteniamo. Scrivere è anche un po' scoprirsi.

 

Per chi scrivi?


Scrivo per tutti coloro che amano immedesimarsi nei luoghi, nei dettagli, nelle persone, scrivo per quelli che cercano sempre di trovare qualcosa di nuovo che possa emozionarli, che possa farli sentire vivi. Scrivo per tutti quelli che vogliono evadere dalla routine, per coloro che amano vivere tante vite diverse riuscendo comunque ad immedesimarsi e ritrovarsi nei racconti di persone che non hanno mai visto ma è come se conoscessero. Scrivo per amore dell'arte, delle cose, della solitudine, del rancore, del dolore, della gioia, della follia. Scrivo per me stessa, per mia madre, per mio padre, per mio fratello, per tutta la mia famiglia, per gli amici e nemici, scrivo per emozionare, per avvicinare le persone.

 

 
 

Com'è la realtà culturale di Taranto e quali sono i modelli locali da seguire?


La realtà culturale di Taranto è in continua crescita grazie alla voglia dei ragazzi del posto di riuscire a far esaltare in maniera sempre più concreta e nuova la nostra città, contribuendo a renderla un posto sempre più vivibile. I modelli locali da seguire sono proprio i ragazzi di Taranto che mostrano continuo amore per la città in cui viviamo rivalutandola e non dandola per scontata. Ci sono diverse organizzazioni giovanili come i ragazzi di "Ammazza che piazza" e la nascita delle "Officine Tarantine" che non fanno altro che stimolare artisticamente e non solo, le persone della nostra città. Sono questi i primi luoghi e le prime persone che mi vengono in mente quando penso all'arte, alla cultura e alla voglia di vivere. Taranto ha come realtà culturale noi giovani ed è un vero punto di forza.


 

Cosa ti aspetti da questa avventura?

 

 
Spero che riesca a catturare l'attenzione a partire dai più piccoli per arrivare ai più grandi, spero che questo libro possa essere apprezzato non solo per la storia ma anche per la struttura insolita che ho deciso di sperimentare, insomma, le aspettative sono alte e sono consapevole di essere all'inizio ma, comunque vada, non mi lascerò prendere dal panico! Certe cose sono difficili da programmare!

 


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